Con il convegno “Verso il futuro. Idee e strategie per governare il cambiamento” si è conclusa oggi la due giorni di celebrazioni in occasione del Settantennale della fondazione dell’Ance, svoltasi alla Triennale di Milano.
Al centro del convegno, a cui hanno preso parte Stefano Micelli, professore di Economia e Gestione delle Imprese presso l’Università Ca’ Foscari, Gregorio De Felice, Chief Economist Intesa Sanpaolo e Thomas Miorin, fondatore REbuild e presidente Re-Lab, le grandi trasformazioni che stanno investendo l’economia e la società. Una riflessione a tutto campo che ha riguardato anche e soprattutto lo sviluppo futuro delle città.
In particolare, la necessità di una nuova politica urbana in Italia, per far recuperare competitività ai nostri territori e migliorare la qualità della vita dei cittadini, è stata oggetto di un dialogo aperto tra il presidente De Albertis, e l’editorialista del Corriere della Sera Dario Di Vico. Un dibattito che è stato anche l’occasione per illustrare e commentare le proposte, che l’Ance ha inviato al Governo, per trasformare le città in motori di sviluppo.
L’Ance ha individuato alcune proposte per delineare strumenti utili all’avvio di una nuova politica urbana in Italia che punti alla riqualificazione del patrimonio esistente e alla trasformazione delle città.
Secondo l'Associazione sono queste le 3 leve per la rigenerazione urbana:
1) Risorse: programmazione organica e efficace dei fondi pubblici disponibili.
2) Fisco: misure per garantire la convenienza economica degli interventi di riqualificazione.
3) Norme: semplificazione delle procedure urbanistiche e certezza dei tempi.
UN NUOVO APPROCCIO PER L’UTILIZZO DEI FONDI PUBBLICI. Esistono numerosi programmi di investimento pubblici a livello territoriale: la sfida è integrarli e portarli a sistema.
- Cambiare approccio e ragionare in termini di veri fabbisogni e non di finanziamenti disponibili.
- Evitare logiche di distribuzione a pioggia delle risorse.
- Realizzare interventi in grado di migliorare la qualità della vita e far crescere l’attrattività delle città.
FISCO COME MOTORE DELLA RIQUALIFICAZIONE URBANA. Si deve premiare la domanda di prodotti nuovi o riqualificati, di elevata qualità energetica, strutturale e architettonica.
Sostituzione edilizia
Occorre incentivare fiscalmente la sostituzione edilizia estendendo il bonus Irpef per la riqualificazione agli interventi di demolizione e ricostruzione anche in presenza di aumenti volumetrici, purché comportino un miglioramento dell’efficienza energetica dell’edificio.
Rottamazione vecchi edifici
Bisogna ridurre il carico fiscale (imposte di registro e ipo catastali fisse) nelle operazioni di permuta tra gli edifici vecchi e nuovi e nel trasferimento di immobili a imprese che si impegnino a realizzare o riqualificare edifici ad elevati standard energetici.
Case ad alta efficienza energetica
E’ necessario prorogare la detrazione Irpef pari al 50% dell’Iva sull’acquisto di abitazioni in classe A o B, per eliminare la disparità di trattamento fiscale tra abitazioni vecchie ed energivore e quelle nuove e più efficienti.
Vanno stabilizzati e rimodulati gli incentivi sulla riqualificazione e gli ecobonus premiando gli interventi che consentono di ottenere i migliori risultati di risparmio energetico.
Capitali privati per la riqualificazione
Detassare i dividendi di chi investe nel capitale di rischio di imprese impegnate in operazioni di rigenerazione delle città.
SEMPLIFICAZIONE DELLE PROCEDURE E CERTEZZA DEI TEMPI. Per incentivare l’attività sulla città costruita è necessario:
- rendere gli interventi di demolizione e ricostruzione agevoli, diffusi ed economicamente sostenibili.
- concepire la sostituzione del patrimonio edilizio come strumento ordinario di intervento sul territorio, essenziale nella prospettiva di contenere il consumo di nuovo suolo.
Demolizione e ricostruzione
Per rendere semplici e convenienti gli interventi di sostituzione edilizia bisogna superare la rigidità delle disposizioni in tema di altezze, distanze, densità edilizia e prevedere una riduzione degli oneri concessori da versare al Comune.
Ristrutturazione edilizia
Consentire che la modifica dei prospetti sia classificata come «ristrutturazione leggera» e determinare i costi di costruzione da versare al Comune in proporzione al miglioramento dell’efficienza energetica degli immobili.
Cambi di destinazione d’uso
Ripensare l’utilizzo degli immobili in linea con le nuove esigenze dei cittadini, rendendo più flessibili i cambi di destinazione d’uso o eliminando quelle prescrizioni che di fatto li rendono impossibili.
Frazionamenti/accorpamenti
Superare le possibili esclusioni previste dalle regolamentazioni locali per l’esecuzione di interventi di frazionamento/accorpamento delle unità immobiliari.