Secondo l’Ufficio Studi della CGIA di Mestre, gli sgravi fiscali – ovvero gli effetti delle detrazioni e deduzioni fiscali, dei crediti di imposta e delle cedolari secche – valgono in tutto 137,6 miliardi di mancato gettito fiscale all’anno. Una somma notevole, se si considera che i mancati introiti dovuti all’evasione e all’elusione fiscale sono stimati dal MEF in circa 110 miliardi.
La maggior parte degli sgravi è rappresentata dalle cosiddette “tax expenditures”, che incidono in totale per 61,1 miliardi. Circa un terzo di queste riguardano il comparto “Casa e assetto urbanistico”, con un ammontare di 20,41 miliardi — un numero comunque in calo rispetto agli anni passati (nel Rapporto 2017 del Senato sulle spese fiscali in Italia risultavano ben 54,24 miliardi). Seguono le Politiche per il lavoro (14,47 miliardi) e la Tutela della salute (4,61 miliardi).
Il dato interessante non riguarda soltanto i totali, ma anche le singole voci di spesa: le prime 20 tra le tax expenditures incidono infatti per il 75,5%, a dimostrazione che la spesa per questo pacchetto di interventi è fortemente concentrata su poche voci. Tra le agevolazioni per la casa, spicca la detrazione del 50% per le spese per il recupero edilizio (bonus ristrutturazioni), che occupa il secondo posto, con un importo di 6,82 miliardi. Al contrario, le detrazioni “di qualità” – relative agli interventi di riqualificazione energetica o per il recupero edilizio nelle zone sismiche – non occupano certo una posizione di preminenza: i cosiddetti Ecobonus e Sismabonus si trovano infatti, rispettivamente, solo al 9° e 20° posto.
Parliamo in totale di 1,49 miliardi per le detrazioni al 55% e al 65% delle spese per il risparmio energetico, e 608 milioni per il recupero in zone sismiche. Nonostante la riconferma nel 2019 e nonostante i benefici generati sul lungo periodo, sembra insomma che le due misure stentino a decollare. Anche per questo, nel decreto “Crescita” è stata introdotta una modifica alla normativa di riferimento, che prevede la possibilità per il soggetto che sostiene le spese di ricevere un contributo, anticipato dal fornitore che ha effettuato l’intervento, sotto forma di sconto sul corrispettivo spettante, così da risolvere alcune criticità nella fruizione delle detrazioni.
Da sempre nel mirino delle intenzioni di “spending review” dei vari governi che si sono succeduti negli ultimi anni, una riforma complessiva del sistema delle agevolazioni fiscali ancora non è riuscita a concretizzarsi. Eppure, come sottolinea Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio Studi della CGIA, le risorse di cui lo Stato potrebbe disporre intervenendo su questo fronte non sono indifferenti, e potrebbero servire “per sterilizzare il ritocco all’insù dell’IVA.” “Disboscare questa giungla di misure agevolative – conclude Zabeo – è un obbligo morale e un atto di giustizia sociale, visto che una parte di questi vantaggi fiscali premia ingiustamente anche i contribuenti più facoltosi.”