Il clima non
è impazzito, è semplicemente la nuova normalità, perché gli esperti non hanno
dubbi. Dietro all’alluvione che sta colpendo l’Emilia Romagna ci sono sempre loro,
i cambiamenti climatici dovuti al surriscaldamento del pianeta per le attività
antropiche. Lo stesso ministro della Protezione Civile e le Politiche del Mare,
Nello Musumeci, ha parlato di "processo di tropicalizzazione" del
nostro Paese.
Spiega Giulio Betti, meteorologo del Cnr-Lamma
sulle pagine di Repubblica. “Solitamente le perturbazioni arrivano da ovest,
invece qui si tratta di una reiterata azione di minimi di bassa pressione sul
Mediterraneo che poi impattano ad est. Tutto nasce dai blocchi anticiclonici
sull'Atlantico. Anziché esserci un treno di perturbazioni atlantiche che con
venti occidentali transitano poi velocemente verso est, ora c'è la tendenza
all'isolamento di minimi di pressione sul Mediterraneo che sono letteralmente
intrappolati dalle alte pressioni a nord, ovest ed est. Risalendo verso
l'Italia questi minimi non fanno altro che scaricare grandi quantità di pioggia
dall'Emilia Romagna in giù. Inoltre, quando c'è un minimo di pressione del
genere, la configurazione del territorio incide: una zona come la Romagna, che
si affaccia sul mare ed è chiusa dall'Appennino, fa da collettore dell'umidità.
Di conseguenza le quantità di acqua diventano ingenti".
Pierluigi Randi, presidente dell'Associazione
meteorologi professionisti, aggiunge un dettaglio che ci fa comprendere meglio
la portata della crisi del clima: “quest'ultima perturbazione è stata
alimentata da un afflusso di aria estremamente umida prelevata da Jonio e Nord
Africa, pescando aria calda persino dall'equatore. Dobbiamo smetterla di
pensare che, in giornate magari fredde, non sia in atto il surriscaldamento:
crisi del clima significa perturbazioni che arrivano da radici lontane, anche
dalla calda Africa, e poi impattano da noi, come ora".
Questo quindi spiega il motivo dell’intensità delle precipitazioni, con una quantità di pioggia caduta in appena due settimane pari a quella tradizionalmente di sei mesi.
CAPACITÀ DI PERCOLAZIONE RIDOTTA A CAUSA DELLA SICCITÀ
Ma c’è un altro aspetto che senza dubbio ha amplificato la portata del fenomeno e che anch’esso dovuto ai cambiamenti climatici. La lunga siccità che ha interessato diversi territori del centro-nord Italia ha reso i terreni più secchi e impermeabili. Un terreno infatti, quando passa da siccitoso a improvvisamente alluvionato, perde la sua capacità di assorbimento. L'acqua quindi scivola sul terreno secco, come fosse liquido su una superfice solida. Se il terreno è in pianura si verificano alluvioni, ma quando il terreno è scosceso ecco che si possono generare frane e smottamenti che trascinano tutto a valle per effetto della forza di gravità.
LE LEGGI DELLA FISICA
Valerio Rossi Albertini, fisico del CNR, intervenuto a
Stasera Italia ha mostrato il fenomeno della ridotta capacità del terreno di drenare
l’acqua con un esperimento in favore delle telecamere, come ci ha abituato. Serafico
poi Daniele Izzo di Meteo.it: “Non
possiamo negoziare con le leggi della fisica. Queste ci dicono che un aumento
della temperatura provoca determinati eventi estremi. Su questo dobbiamo
ragionare”. Motivo per cui non si può che concordare con quanto afferma
Pierluigi Randi: “dobbiamo lavorare per preparare il Paese a livello di
infrastrutture”.