Emergenza siccità sempre in primo piano. L’ultimo allarme in ordine cronologico viene dal Trentino dove i livelli di fiumi, laghi e invasi sono costantemente monitorati.
E la situazione rimane critica perché nel giro di una decina di giorni il volume idrico disponibile (che comprende i bacini idroelettrici più i laghi naturali regolati) è passato da 141 milioni di metri cubi agli attuali 128 su una capienza complessiva di 407 milioni.
Il livello attuale degli invasi di malga Bissina e malga Boazzo, nell'alto Chiese, è pari al 16% e, a quanto si apprende, consentirebbe appena di coprire il volume di riserva strategica assegnato ai due impianti per i servizi eccezionali di potenza a favore della rete elettrica nazionale.
Il lago di Garda al primo marzo registrava un volume di 120 milioni di metri cubi e il suo livello è di 46 centimetri sullo zero idrometrico inferiore ai 99 centimetri della media di questo periodo dell'anno. Il lago di Caldonazzo invece è a 21 centimetri sullo zero idrometrico, rispetto ai 50 di media del periodo. Anche i principali fiumi del Trentino (Adige, Brenta, Sarca e Chiese) hanno valori di portata ridotti rispetto alle medie di periodo.
Significative le parole del vicepresidente della Provincia di Trento, Mario Tonina: “dobbiamo dedicare una sempre maggiore attenzione per continuare i nostri sforzi su sostenibilità, investimenti, responsabilità e risparmio. Il Trentino è pronto a fare la propria parte anche in questo momento di grande difficoltà del nostro Paese”.