In Catalogna il prolungato periodo di siccità ha portato i bacini sotto la soglia di guardia del 16% della capacità facendo scattare lo stato d'emergenza. Settimana scorsa è stato avviato anche un piano di razionamento delle risorse idriche.
Le misure adottate dal governo spagnolo
Il governo centrale e la Generalitat hanno concordato lo sblocco dei finanziamenti per la realizzazione di due nuovi impianti di dissalazione a Tordera e Foix, in Catalogna, e di trasferire acqua da Sagunto (Valencia) a Barcellona su 4 navi, a partire da giugno, "se sarà necessario", ovvero se continuerà la siccità senza precedenti nella regione. Lo hanno annunciato oggi la ministra di Transizione ecologica, Teresa Ribera, e il consigliere di Azione climatica del governo catalano, David Mascort. Dei due nuovi impianti di dissalazione, uno potenzierà quello attuale di Tordera a Blanes (Girona) e un altro sarà realizzato nel fiume Foix, a Cubelles (Barcellona), per un investimento complessivo di 500 milioni di euro. I progetti saranno a carico dall'impresa statale Acquamed e saranno ultimati rispettivamente nel 2028 e nel 2029.
Siccità: il caso italiano
La siccità sta diventando sempre più un problema da affrontare a causa del cambiamento climatico, e il 6 aprile 2023 in Italia è entrato in vigore un decreto che ha come obiettivo da un lato acquisire una conoscenza del territorio la più profonda possibile in termini di disponibilità della risorsa, in termini di domanda di risorsa idrica da parte degli agricoltori, da parte dell'industria, da parte idropotabile. Una volta acquisita questa informazione, iniziare rapidamente una programma di interventi che dovrà riguardare la rete idrica che attualmente perde il 40% dell'acqua che trasporta. Non è più tollerabile! Recuperando le capacità di progetto e realizzare nuovi invasi, recuperare le acque reflue.
Questi cambiamenti che andavano fatti sono diventati urgenti a causa dell’incalzare del cambiamento climatico, in Europa e in Italia si è avuto un aumento di 2 ° della temperatura dell'aria rispetto ai valori pre industriali, contro una media mondiale di 1.2°.
Gli impianti di desalinizzazione
Nel mondo ce ne sono oltre 16.000 e la desalinizzazione viene attuata in oltre 180 paesi, quindi è una tecnologia industrialmente matura. Nel nostro paese è ancora poco utilizzata mentre in Spagna ci sono oltre 700 impianti per esempio.
Questa tecnologia consente di far passare l'acqua salata attraverso una membrana, quindi si tratta di un processo di osmosi inversa che consente di trattenere i sali e di avere dall'altra parte l'acqua perfettamente depurata, quindi senza nessun elemento al suo interno.
Qual è il problema ancora di questi impianti, di queste tecnologie? Certamente il costo energetico perché questa operazione è dispendiosa, servono circa 10 kilowattora per circa 4000 litri d'acqua trattati. Quindi è importante che questa attività venga realizzata con fonti rinnovabili perché se uso le fonti fossili recupero da una parte ma creo un problema dalla parte opposta. Secondo problema riguarda l’impatto ambientale della salamoia, quindi il prodotto di scarto che contiene anche rame e altri elementi pericolosi che se sversati nel corpo idrico ricettore (il mare) possono localmente creare dei problemi.
Quindi è importante fissare dei limiti però nulla di insormontabile. È importante portare avanti la desalinizzazione perché in alcuni contesti come Barcellona, la città è alimentata quasi interamente con questi impianti. Nel contesto italiano la desalinizzazione non dovrà rappresentare la fonte principale di approvvigionamento ma un utile supporto a tutto il resto.