Il 6 luglio scorso il coordinatore della Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche, Erasmo D'Angelis, insieme al Presidente dell'ANBI, Francesco Vincenzi, ha presentato il Piano nazionale degli invasi per raggiungere nei prossimi vent'anni un numero considerevole di piccoli e medi invasi su tutto il territorio nazionale.
Si tratta di una misura importantissima di prevenzione della penuria di risorsa idrica a disposizione dei cittadini e di un grande passo verso l'ammodernamento delle infrastrutture idriche dell'Italia.
L'investimento consiste in 20 miliardi a disposizione per i prossimi 20 anni, per raggiungere i 2000 invasi.
Il Finanziamento del Piano ventennale può trarre spunto dalle modalità con cui è stato impostato il Piano nazionale per la mitigazione del dissesto idrogeologico. In primo luogo la individuazione di un fondo rotativo per la progettazione che, sulla base di un sistema di criteri tecnici di selezione delle priorità, sia in grado di portare la progettazione degli interventi alla fase esecutiva.
Quindi alla individuazione di quote di finanziamento pluriennale da postare nel cd «Fondo per gli investimenti» previsto dalla Legge di Bilancio 2017 al comma 140, che prevede appunto interventi anche nelle «infrastrutture relative alla rete idrica e alle opere di collettamento». E questo sia con dotazioni pluriennali dedicate sia attraverso «operazioni finanziarie con oneri di ammortamento a carico del bilancio dello Stato, con la Banca europea per gli investimenti, con la Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa, con la Cassa depositi e prestiti Spa».
È online un documento – clicca qui - in cui viene chiarito quello che è una prima risposta progettuale fornita dai Consorzi di bonifica, con approfondimenti regione per regione.