Il mese di marzo appena trascorso è stato il più caldo di sempre. A rivelarlo il servizio meteo dell’Unione Europea Copernicus che ha evidenziato un valore di 0,73 °C superiore alla media del trentennio 1991-2020.
Il caldo eccessivo ha causato in questi anni lunghi periodi di siccità che hanno colpito anche il nostro Paese. Per fronteggiare la situazione lo scorso anno a maggio era stato nominato un commissario contro la siccità, Nicola Dell’Acqua, direttore di Veneto Agricoltura, un ente della Regione Veneto, e già coordinatore di tutti i progetti commissionati in Veneto contro la siccità.
Il suo compito in questi dodici mesi è stato soprattutto quello di capire cosa non stava funzionando nella gestione idrica in Italia. Per questo la sua struttura commissariale ha chiesto a centinaia di istituzioni di avere tutti i dati: il risultato di questo lavoro è stato diffuso nella seconda relazione della cabina di regia recentemente pubblicata.
Costosa manutenzione delle dighe e dei laghi artificiali
Dal dialogo che la struttura commissariale ha instaurato con le Autorità di bacino e i Consorzi è emerso che tra gli interventi più urgenti ci sono le opere di sghiaiamento e sfangamento, ovvero la manutenzione delle dighe e dei laghi artificiali, che consentirebbero di recuperare buona parte della portata. Nella relazione si stima che su un totale di 468 grandi invasi strategici il volume di acqua è di 8,4 milioni di metri cubi a fronte di 10,3 milioni previsti, circa l’80 per cento. La nota dolente è però rappresentata dal costo degli interventi: si stima che solo per recuperare buona parte della portata limitata proprio da fango e ghiaia siano necessari 508 milioni di euro.
Il piano predisposto dalla struttura commissario è tuttavia molto più articolato riguarda 562 opere e richiede una spesa di 13,5 miliardi di euro. Di questi interventi ne sono stati selezioni ben 127 di preminente interesse nazionale (per complessivi 3,67 miliardi) che beneficeranno di una semplificazione normativa.
Molti dei progetti vengono finanziati con i fondi del PNRR e poco meno di un miliardo di euro servirà sistemare gli acquedotti e limitare le perdite idriche che stando agli ultimi dati Istat sono ancora molto alte.
Il completamento in tempi ragionevoli di tutte queste opere idriche dovrebbe consentire al nostro Paese di mitigare gli effetti del caldo e della siccità e soprattutto di trattenere e gestire bene l’acqua che arriva grazie dalle piogge e dalle nevicate invernali e che se gestita bene può soddisfare la domanda nei mesi estivi per l’agricoltura.