“Dopo 15 anni la Regione siciliana recepisce, in maniera dinamica, il Testo unico dell’Edilizia che nel 2001 ha innovato in maniera evoluta e incentivante le norme in materia: finalmente anche la Sicilia entra a fare parte dell’Italia nel campo delle costruzioni. Non possiamo che essere soddisfatti”.
Così Santo Cutrone, presidente di Ance Sicilia, ha commentato l’approvazione ieri da parte dell’Assemblea regionale siciliana, con 60 voti favorevoli e un solo voto contrario, del disegno di legge che recepisce il Dpr 380 del 2001 - Testo unico dell’Edilizia (PER APPROFONDIRE CLICCA QUI). La Legge regionale 16/2016 del 10 agosto 2016 è stata pubblicata nella Gazzetta ufficiale della Regione Sicilia del 19 agosto
L'emendamento sulla sanatoria delle costruzioni realizzate nella fascia costiera dei 150 metri dalla costa è stato dichiarato inammissibile dal presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone (LEGGI TUTTO).
ANCE: GRAVE RITARDO. Il presidente dei costruttori siciliani ha evidenziato il “grave ritardo” nel recepimento da parte della Sicilia del Testo Unico Edilizia: “Un grave ritardo – aggiunge Cutrone – che deve fare riflettere sull’urgenza di rivedere lo Statuto regionale affinché nel recepire le leggi nazionali l’Autonomia da freno dello sviluppo possa diventare una rapida opportunità di agganciare la ripresa e superare l’arretratezza economica e sociale dell’Isola. Adesso – aggiunge Cutrone – spetta a tutte le pubbliche amministrazioni applicare nella maniera più celere e coerente possibile le nuove norme, affinché il settore possa godere quanto prima dei tanti benefici vigenti nel resto d’Italia e finora negati alle imprese siciliane. Un gap di concorrenza che era diventato intollerabile e insostenibile”.
Fra questi, quelli introdotti dal “Decreto del Fare” che, modificando il Dpr 380, ha introdotto numerose semplificazioni, quali la demolizione e ricostruzione di edifici con modifica della sagoma.
Inoltre, gli enti locali siciliani adesso dovranno adottare gli stessi termini usati nel resto del Paese, come il “permesso di costruire” invece della “concessione edilizia”. “Non è solo una questione lessicale, ma anche di contenuti e procedure – spiega il presidente di Ance Sicilia – che nel frattempo sono già cambiati col ‘decreto legislativo Scia’ entrato in vigore lo scorso 28 luglio e che cambieranno ulteriormente con il prossimo ‘decreto legislativo Scia 2’ già esitato lo scorso 15 giugno dal Consiglio dei ministri. Questo testo modificherà il Dpr 380 e, ad esempio, prevederà tre sole possibili alternative di provvedimenti amministrativi per l’attività edilizia: il Permesso di costruire, la Segnalazione certificata di inizio attività (Scia) e la Comunicazione di inizio lavori asseverata (Cila), oltre alla Edilizia libera e alla Segnalazione certificata di agibilità. E in vista vi sono anche il nuovo Regolamento edilizio unico e la nuova Terminologia unica associata”.
“In sostanza – conclude Cutrone – se l’Ars avesse perso questa occasione di recepire il Testo unico dell’Edilizia del 2001, la Sicilia sarebbe rimasta indietro anni luce e totalmente tagliata fuori dalla notevole evoluzione che l’intero sistema normativo sta subendo a livello nazionale”.