Con 46 voti favorevoli e uno contrario, l'Assemblea regionale siciliana ha approvato ieri il disegno di legge (composto da un solo articolo) che riforma la normativa regionale in materia di appalti pubblici.
“E’ enorme la soddisfazione del Movimento 5 Stelle che ha appena avuto l’ok da Sala d’Ercole al ddl, da oggi legge regionale, sugli appalti pubblici”, ha commentato il deputato Cinquestelle Sergio Tancredi, primo firmatario del Ddl che “salverà imprenditori e siciliani dal blocco continuo degli appalti pubblici, pratica frequente a causa degli eccessivi ribassi che impedivano il completamento delle opere nella nostra regione”.
Il testo, inoltre, mira a contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata nelle gare pubbliche. Nata in seno alla commissione Ambiente, presieduta del parlamentare M5S Giampiero Trizzino, la nuova legge è stata oggetto di un confronto tra numerose categorie professionali, dirigenti regionali ed esperti del settore.
ELIMINAZIONE DEGLI ECCESSIVI RIBASSI CHE HANNO DI FATTO BLOCCATO MOLTE OPERE. “Il testo – continua Tancredi – offrirà finalmente una boccata d’ossigeno alle aziende siciliane. La soglia di anomalia di questa norma, infatti, introduce una variabile che rende impossibile la creazione di offerte anomale e, quindi, mai più ribassi così elevati; il tutto ovviamente, senza ledere la concorrenza”.
La nuova legge introduce infatti un diverso calcolo di soglia delle anomalie consentendo alle stazioni appaltanti, nel caso di criterio di aggiudicazione al prezzo più basso, di escludere le offerte eccessivamente distorsive. Inoltre, prevede una variabile di casualità che dovrebbe rendere difficile, se non impossibile, la formazione di “cordate” e fenomeni di turbativa d’asta.
SOLLEVATI DUBBI DI INCOSTITUZIONALITÀ. Dall'ufficio legislativo dell'Assemblea regionale siciliana era però arrivata la bocciatura della norma, e tuttavia la presidenza dell'Ars ha rimandato la decisione all'Aula che ha dato il via libera. In una nota gli uffici osservano che “continuano a persistere i profili di criticità già espressi, relativamente alla scelta della Regione di discostarsi dalla normativa statale in tema di qualificazione e selezione dei concorrenti, procedure di affidamento e criteri di aggiudicazione”.
Il presidente della prima commissione Affari istituzionali, Antonello Cracolici (Pd), aveva presentato una pregiudiziale di costituzionalità, respinta tuttavia quasi all'unanimità dalla Sala d'Ercole. “Una legge analoga vige da più di 10 anni in Valle d’Aosta e non ha mai subito alcuna impugnativa, le motivazioni addotte dal collega deputato del Pd non sono suffragate dalla Consulta”, ha dichiarato il presidente della commissione Ambiente Giampiero Trizzino.
SODDISFATTI I COSTRUTTORI EDILI. “Ringrazio – ha dichiarato il vicepresidente vicario dell’Ance Sicilia, Salvatore Arcovito - il governo regionale, in particolare l’assessore alle Infrastrutture Giovanni Pizzo, la presidenza dell’Ars e tutti i deputati regionali per l’intenso lavoro svolto negli ultimi due anni per elaborare un testo condiviso al quale hanno dato il loro contributo le 21 sigle del mondo delle costruzioni e delle parti sociali riunite nella Consulta regionale delle costruzioni, nonché per il confronto serrato ma costruttivo nel quale ciascuno ha espresso chiaramente la propria posizione. Alla fine, su un provvedimento fondamentale per la nostra economia e che dice no a mafia, corruzione e truffe, tutte le forze presenti in Aula, di maggioranza e di opposizione, hanno espresso un voto quasi unanime, segno che sui provvedimenti fondamentali per la nostra economia e per l’affermazione della legalità la politica sa ritrovare unità e senso di responsabilità. Viene consegnata alla Sicilia una norma che imprimerà una svolta importante nel settore delle opere pubbliche da troppo tempo attanagliato da crisi e malaffare”.
Nel fine settimana i sindacati Fillea-Cgil, Filca-Cisl, Feneal-Uil e le associazioni Ance Sicilia, Confapi Sicilia e Anaepa-Confartigianato, temendo che le polemiche sulla legittimità costituzionale della norma finiscano per interrompere il dibattito a Sala d’Ercole, si sono riuniti d’urgenza per sollecitare i deputati dell’Ars alla rapida approvazione del disegno di legge prima della finestra legislativa dedicata all’assestamento di bilancio. “Troppe opere che crollano, troppi incidenti mortali nei cantieri, centinaia di chiusure di imprese e oltre centomila licenziamenti: l’edilizia in Sicilia – hanno ricordato i sindacati e le associazioni di categoria in una nota congiunta - sconta non solo le conseguenze della crisi, ma anche gli effetti di un mercato inquinato dalla concorrenza sleale di imprese opache che risparmiano su tutto grazie alla mancanza di trasparenza e di controlli, alla corruzione, alla pressione della criminalità organizzata sulle procedure di affidamento dei lavori”.
NUOVA LEGGE SUI CENTRI STORICI. L'Assemblea regionale siciliana ha approvato (all'unanimità) anche il disegno di legge sui centri storici. “E’ stato un lavoro di squadra che ha coinvolto ordini professionali, Università e rappresentanti degli Enti locali”, sottolinea il deputato dell'Ars Anthony Barbagallo (Pd).
“Entro otto mesi dalla pubblicazione della legge – spiega il parlamentare Pd - i Comuni avranno l’obbligo di dotarsi dello studio di dettaglio, così come previsto dall’articolo 3, che prevede, tra gli altri, due strumenti innovativi nella legislazione siciliana: la ristrutturazione edilizia con modifica di sagoma e la ristrutturazione urbanistica. Quella che abbiamo appena approvato – conclude Barbagallo – è una legge che restituisce vita ai centri storici aprendo la strada ad una fruizione intelligente e agevole, basti pensare alla prevista possibilità di prevedere all’interno del centro storici interventi di edilizia economica e popolare per le giovani coppie”.