CNA Installazione Impianti e Confartigianato Impianti hanno inviato a Ministero del Lavoro, Ministero dell’Interno, MiSE e Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco un articolato e motivato parere che conferma i profili di illegittimità, già avanzati in passato, del decreto – in via di emanazione – recante “Criteri per il controllo e la manutenzione degli impianti, attrezzature ed altri sistemi di sicurezza antincendio, ai sensi dell’articolo 46, comma 3, lett. a), punto 3 del decreto legislativo n. 81/2008”.
Innanzitutto, quando il legislatore ha voluto chiedere alle Amministrazioni competenti di individuare le caratteristiche degli operatori ai quali affidare lavori oppure ha addirittura previsto una autorizzazione amministrativa (art. 82 del D.Lgs. n. 81/2008, ndr.) ad operare in determinati contesti lo ha esplicitamente previsto – sottolinea Carmine Battipaglia, Presidente CNA Installazione Impianti – e il riferimento legislativo di cui il decreto dovrebbe costituire attuazione non contiene alcun richiamo in tal senso
Lo schema di decreto, infatti, introduce un sistema di “Qualificazione dei tecnici manutentori”, senza che la norma di legge lo preveda, che si aggiunge al D.M. 37/2008 che contiene già una disciplina obbligatoria di selezione delle imprese abilitate a svolgere attività di manutenzione sugli impianti, inclusi anche gli “impianti di protezione antincendio” (articolo 1, comma 2, lettera g), del D.M. n. 37/2008).
A questo si aggiunge un altro profilo di criticità dello schema di provvedimento dovuto a una serie di previsioni non coordinate con quelle del D.M. 37/2008, quando non apertamente confliggenti. Ciò comporta notevoli problemi di interpretazione per il contrasto tra le due discipline, con le immaginabili ripercussioni in termini di complessità regolatoria e sanzionatoria, la quale graverebbe su imprese e pubbliche amministrazioni.
Tenuto conto che se si dovesse mantenere nell’attuale formulazione il decreto in questione potrebbe generare un notevole aumento degli obblighi burocratici, economici ed amministrativi in capo alle imprese, obblighi che appaiono in evidente ed aperto contrasto con la normativa vigente, - conclude Battipaglia – abbiamo chiesto che il processo normativo sia sospeso e la proposta di decreto ritirata per apportare i necessari correttivi e attenuare l’effetto sull’economia reale, già particolarmente gravata dalla congiuntura economica negativa