Sicurezza

Sicurezza, crolla un cantiere a Firenze. 3 morti e altri operai ancora sotto le macerie

Poco prima delle 9 ha ceduto il solaio di un nuovo grande supermercato in costruzione in via Mariti a Firenze

venerdì 16 febbraio 2024 - Redazione Build News

shutterstock_2130033434 fonte Shutterstock

Sarebbero 8 le persone coinvolte nel cedimento che si è verificato nel sito di un nuovo grosso supermercato in costruzione intorno alle 9 di questa mattina. 

Da mesi andavano avanti i lavori in via dei Mariti a Firenze ma questa mattina un boato ha causato la morte di 3 operai mentre gli altri sarebbero ancora sotto le macerie in attesa di essere salvati dai soccorritori. 

L'enorme boato che ha svegliato il quartiere, secondo una prima ricostruzione deriva dalla caduta di una delle grandi travi portanti del tetto con sopra il solaio.

I dati degli incidenti in Italia

Secondo i più recenti dati Inail il numero degli infortuni sul lavoro è aumentato del 28% nel 2023 rispetto all’anno precedente. Un dato drammatico

Nell’ingegneria civile l’indice di frequenza più elevato

Tra il 2014 e il 2018 in edilizia sono stati mediamente 32mila gli infortuni riconosciuti dall’Inail in occasione di lavoro all’anno, con un trend decrescente. Come chiarisce preliminarmente il documento, il rischio infortunistico nel comparto, misurato tramite l’indice di incidenza (infortuni per mille addetti), varia a seconda dell’attività svolta. Le costruzioni complessivamente intese si suddividono in tre segmenti: costruzione di edifici, ingegneria civile e lavori di costruzione specializzati. Nel primo rientra l’edificazione edilizia e lo sviluppo di progetti immobiliari, nel secondo la realizzazione di strade, ferrovie e altre opere di pubblica utilità, mentre nel terzo ricadono la preparazione e la demolizione di cantieri e i lavori connessi a elettricità e idraulica. Tutti e tre si posizionano su un livello di rischio superiore alla media, ma è l’ingegneria civile quella a più forte frequenza incidentale, con il 27,2%.

L’area calabrese e quella ionica fra i distretti a maggior rischio

La scheda Inail individua inoltre caratterizzazioni locali e contestuali degli infortuni, con l’assenza di tendenze geografiche marcate e l’emersione di zone più a rischio come l’area calabrese e quella ionica, alcune parti della Sicilia, la provincia di Bolzano e la dorsale dell’Appennino centrale. Nelle quattro principali città metropolitane (Roma, Napoli, Milano e Torino), non si riscontrano invece livelli di rischio alti.

La caduta dei lavoratori dall’alto l’infortunio più frequente

Sempre con riferimento al periodo considerato, la pubblicazione riporta le caratteristiche principali degli addetti coinvolti e le modalità di accadimento dei 607 infortuni selezionati, distinti in 292 mortali e 315 gravi. Dalla distribuzione per dimensione dell’azienda in cui è avvenuto l’incidente emerge la frammentazione delle imprese italiane in edilizia, con forme ricorrenti di appalti e subappalti, in cui il 64% degli infortuni è avvenuto in microimprese da 9 addetti. A infortunarsi di più sono i manovali italiani, seguiti da quelli albanesi e rumeni. Nelle tipologie degli incidenti risultano più frequenti le cadute di lavoratori dall’alto (54%), le cadute di carichi sui lavoratori (12%), la perdita di controllo di mezzi (7%), che insieme rappresentano i 3/4 del campione esaminato.

I fattori di rischio

Passando ai fattori di rischio, sono stati 1173 quelli riscontrati. Viene qui rilevata la forte presenza di problematiche legate alle modalità operative degli infortunati, non necessariamente riconducibili a loro responsabilità quanto a carenze di tipo gestionale (formazione, informazione, pratiche tollerate, ecc.) che non hanno permesso al lavoratore di operare in sicurezza. Si evidenzia, anche nei confronti degli altri comparti, una quota elevata di assenza di dispositivi di protezione collettivi come parapetti, armature e barriere. Infine, oltre a deficit riscontrati sulle protezioni necessarie, si rilevano problemi relativi anche alla non idoneità delle attrezzature messe a disposizione dei lavoratori.

Fonte Report Inail

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