“La sentenza di condanna di Livio Bearzi sancisce e ci chiama a risolvere l’incongruenza e l’intrico della normativa che grava sull’operare quotidiano dei dirigenti scolastici e dei responsabili della sicurezza, obbligati a segnalare i rischi e la pericolosità ma impossibilitati a risolvere le mancanze strutturali, impiantistiche ed ambientali degli edifici.”
Lo ha dichiarato la deputata e architetto Serena Pellegrino (Sel), che ha fatto visita al preside Bearzi nel carcere di Udine, dove si trova da alcuni giorni in esecuzione della condanna a quattro anni di reclusione per la morte dei tre ragazzi a causa del crollo del Convitto durante il terremoto del 2009.
La Cassazione ha confermato i 4 anni di reclusione all'ex rettore del Convitto nazionale dell’Aquila per aver violato la norma di legge che obbliga il dirigente scolastico a segnalare i rischi e la pericolosità e a chiudere le scuole.
“Lo sapete – dice Pellegrino - che un preside, “affittuario” di una delle decadenti scuole che ci sono in tutta Italia, è più responsabile del suo proprietario, che il più delle volte è la Provincia, se accade un’incidente dovuto alla scarsa manutenzione della struttura? Sì la Provincia, quella che per i nostri legislatori di maggioranza non esiste più, almeno sulla carta? Lo sapete che se un preside denuncia al proprietario che la sua struttura scolastica è a rischio questo varrà come aggravante sulla pena?”.
URGENTE UN INTERVENTO LEGISLATIVO. Pellegrino sottolinea che “è urgente ottenere un intervento legislativo per stabilire una diversa e coerente attribuzione della responsabilità sulla sicurezza degli edifici scolastici. In questa prospettiva solleciteremo con una interrogazione i ministri competenti, certamente con la più ampia condivisione parlamentare”.
“I dirigenti scolastici, ai quali, ogni giorno, noi genitori affidiamo i nostri figli, di fronte a problematiche di sicurezza dell’edificio in cui si trova la scuola, oltre a sospendere le lezioni e mandare tutti a casa, non hanno altri strumenti, normativi ed economici, e nemmeno le competenze tecnico-professionali, per intervenire”, osserva la parlamentare. “Al tragico evento dell’Aquila si sono aggiunti via via altri drammatici incidenti, in tutta Italia, ed è chiaro che l’operazione sicurezza nelle scuole del Governo è ben lontana dal traguardo; inoltre, le manovre economiche per far fronte allo stato di degrado e pericolosità del patrimonio edilizio scolastico italiano non hanno alcuna attinenza con il problema dell’attribuzione della responsabilità della sicurezza e – nota Pellegrino - nemmeno sfiorano la delicatissima questione della relazione istituzionale tra le scuole e gli enti pubblici proprietari ai quali compete di intervenire per le manutenzioni ordinarie e straordinarie.”