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Silenzio assenso: le proposte di ANCE e CNA per superare le criticità

Oggi non viene rilasciato automaticamente un documento e rimane paradossalmente in capo al privato l’onere di richiedere all’amministrazione l'attestazione di formazione del silenzio assenso, con il rischio che comunque non risponda

martedì 25 marzo 2025 - Alessandro Giraudi

burocrazia

Il vicepresidente dall’Ance, Stefano Betti, è stato audito presso le Commissioni Affari costituzionali e Lavoro della Camera sul Decreto legge n. 25 del 14 marzo 2025 sulla Pubblica Amministrazione, ora in fase di conversione in legge (DDL 2308/C).

Tra le misure che interessano direttamente il mondo delle costruzioni, Betti ha espresso una valutazione positiva per la norma (art. 10, comma 4) che, come auspicato dall’Ance estende a tutte le conferenze di servizi decisorie, fino al 31 dicembre 2026, l’operatività delle regole semplificate e accelerate previste dal Decreto legge per la semplificazione e l’innovazione digitale (Dl 76/2020, art. 13) introdotte in origine in via straordinaria ed efficaci fino al 31 dicembre 2024.

Silenzio assenso

Secondo l'Associazione nazionale dei costruttori edili, il provvedimento potrebbe essere l’occasione per dare finalmente certezza alla formazione del silenzio assenso in tutti i casi in cui la legge attribuisce, già oggi, all’inerzia della pubblica amministrazione valore di accoglimento della domanda formulata da cittadini o imprese. Oggi, non viene rilasciato automaticamente un documento e rimane paradossalmente in capo al privato l’onere di richiedere all’amministrazione la relativa attestazione di formazione del silenzio assenso (con il rischio che comunque non risponda). Questo rappresenta un freno agli investimenti, sia delle famiglie sia delle imprese, anche nel campo edilizio (permessi di costruire, ecc).

È quindi necessario garantire la certezza della chiusura dei procedimenti – ha concluso il vicepresidente dell’Ance – L’utilizzo e la diffusione delle nuove tecnologie digitali, accompagnate dal completo processo di digitalizzazione delle procedure, potrebbero ad esempio rendere possibile l’introduzione di un sistema con rilascio automatico di un’attestazione telematica, ogni volta che decorre un termine e si forma il silenzio assenso”.

Gregorini (CNA) sul silenzio assenso

Il silenzio assenso nasce come una risposta al problema annoso della lentezza burocratica. E in teoria era una soluzione brillante: se l’amministrazione non risponde entro i termini previsti, il silenzio equivale a un’accettazione tacita della richiesta. Ma la realtà, come spesso accade, è molto diversa”, ha detto il segretario generale della CNA, Otello Gregorini, nel corso del suo intervento al convegno su “Perché il silenzio assenso incontra difficoltà? Che cosa fare per superarle” organizzato dalla fondazione Astrid.

Nonostante le criticità, non possiamo e non dobbiamo rinunciare a uno strumento che, se ben utilizzato, potrebbe costituire una svolta nella semplificazione amministrativa. Le nostre imprese hanno bisogno di tempi certi e procedure snelle per essere competitive e per adattarsi rapidamente alle esigenze del mercato. Il nostro compito è trasformare questa promessa incompiuta in una realtà concreta. Serve un intervento normativo chiaro, una maggiore digitalizzazione, controlli più efficienti e anche una formazione adeguata per gli imprenditori. Solo così possiamo garantire alle imprese la rapidità e la certezza di cui hanno bisogno per crescere e innovare. Nel merito poi delle modifiche alla disciplina che ha elaborato il tavolo tecnico, secondo noi non sono semplici aggiustamenti, ma strumenti concreti per eliminare gli ostacoli che frenano la crescita e l’innovazione.

Semplificare non significa abbassare la qualità, significa rendere lo Stato un alleato di chi lavora. Con queste riforme, finalmente, possiamo dare un segnale forte e inequivocabile. Per rendere le proposte ancora più efficienti e mirate alle esigenze delle imprese, si potrebbero introdurre anche alcune migliorie pratiche.

Infine, bisogna anche riconoscere che spesso le piccole imprese non sono pienamente consapevoli dei loro diritti e delle modalità di applicazione del silenzio assenso. Perciò, da parte nostra possiamo impegnarci a promuovere una maggiore diffusione delle informazioni e a offrire percorsi formativi specifici per aiutare le imprese a utilizzare questo strumento in modo più efficace e consapevole
”, ha concluso Gregorini.

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