“Con il trascorrere degli anni sta prendendo sempre più vigore il filone investigativo riguardante l’utilizzo delle ingenti risorse stanziate per la ricostruzione delle aree dell’Italia centrale, colpite dagli eventi sismici più di tre anni or sono”.
Lo dichiara il procuratore generale della Corte dei Conti, Alberto Avoli.
“Una ricostruzione che procede con una lentezza esasperante che rischia di rendere irreversibile la sofferenza del tessuto economico e sociale e, per paradossale altro verso, irrobustire improprie prassi di veri e propri abusi, quando non anche di pratiche clientelari e/o corruttive”, osserva Avoli.
“Malgrado la teorica disponibilità di fondi, l’edilizia pubblica è infatti pressoché ferma: sono ancora non definite le progettazioni e quindi le ricostruzioni della quasi totalità degli edifici di culto e dei beni culturali, compresa la Basilica di San Benedetto a Norcia, di ospedali, di case di riposo, di sedi comunali, di scuole, di caserme e teatri: di cantieri neppure si intravede una speranza di imminente avvio. Risultati apprezzabili si registrano unicamente nel ripristino della rete viaria”, rileva il procuratore generale della Corte dei Conti.
“La ricostruzione dell’edilizia privata procede a ritmi ancora più lenti a causa di procedure macchinose, garantiste della legittimità formale, di fatto presupposto per infiniti sprechi (ad esempio, nel campo dei sussidi per autonome sistemazioni, sussidi che, onerosissimi, si dilatano e si consolidano nel tempo)”, aggiunge.