Dopo le ultimi forti scosse del 26 e del 30 ottobre i Sindaci dei Comuni maggiormente interessati possono chiedere l’attivazione di una procedura FAST-Fabbricati per l’Agibilità Sintetica post-Terremoto, per la verifica dell’agibilità post sismica degli edifici privati. Questo tipo di valutazione consente di individuare le esigenze abitative sul territorio.
La ricognizione – spiega la Protezione civile - può essere fatta su singoli edifici oppure su una serie di fabbricati che si trovano in un’area perimetrata dal Sindaco. L’esito della valutazione, riportato in una scheda sintetica (Scheda FAST in allegato), può essere: edificio agibile, edificio non utilizzabile ed edificio non utilizzabile per solo rischio esterno. Nel caso non sia possibile fare il sopralluogo, nella scheda si precisa che questo non è stato eseguito, per difficoltà di accesso nell’area o assenza del proprietario.
Le verifiche non possono essere fatte nelle aree maggiormente distrutte, che sono perimetrate con ordinanza sindacale, nelle quali gli edifici dovrebbero essere tutti non utilizzabili.
Sono i Centri Operativi Comunali le strutture territoriali che gestiscono la procedura FAST. Inoltre, è compito del Sindaco o del Centro Operativo Comunale informare i cittadini, circa le date delle verifiche, tramite lo strumento che si ritiene più opportuno, ad esempio attraverso la stampa locale.
COME FUNZIONA LA PROCEDURA VELOCE. Possono svolgere sopralluoghi i tecnici (architetti, ingegneri e geometri) reclutati dai Consigli Nazionali e dalle Amministrazioni di appartenenza, nel caso di pubblici dipendenti, e successivamente accreditati dalla Dicomac. I professionisti devono essere abilitati all’esercizio della professione con competenze di tipo tecnico e strutturale nell’ambito dell’edilizia e devono essere iscritti a un ordine/collegio professionale. Per quanto riguarda i tecnici impiegati in una Pubblica Amministrazione, questi devono essere in possesso di un titolo di studio relativo a competenze di tipo tecnico strutturale e, qualora non iscritti ad un ordine professionale o senza abilitazione, dotati di una dichiarazione dell’amministrazione di appartenenza che comprovi la consolidata esperienza nel settore.
Il Comune consegna alle squadre il piano dei sopralluoghi con gli edifici da ispezionare. Le squadre compilano le schede e ne lasciano una copia ai Comuni per l’eventuale adozione di provvedimenti. Le schede originali sono invece consegnate ai Centri Operativi sovracomunali. Questi ultimi redigono una lista riepilogativa inviata quotidianamente alla Dicomac e ai Sindaci. Solo successivamente il Centro Operativo sovracomunale consegna gli originali alla Dicomac.
Questa procedura non sostituisce la procedura con scheda Aedes per quanto concerne gli aspetti relativi alla ricostruzione.