Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri non concorda sulla modifica che, a proposito dell’attività di classificazione del rischio sismico delle costruzioni, elimina il riferimento esclusivo a ingegneri e architetti.
La modifica del decreto del MIT del 28 febbraio, fatta con decreto correttivo 65 del 7 marzo 2017, elimina il riferimento esclusivo agli ingegneri e architetti, laddove afferma che l’efficacia degli interventi atti a ridurre il rischio sismico deve essere asseverata da professionisti incaricati della progettazione strutturale, direzione dei lavori delle strutture e collaudo statico secondo le rispettive competenze professionali.
Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri ritiene che tale modifica costituisca “un'occasione persa nella strada virtuosa di un corretto rapporto tra formazione, competenza e responsabilità a tutela della sicurezza della collettività. La prima stesura del decreto aveva interpretato al meglio il dettato della legge primaria attraverso la specificazione dei "professionisti abilitati" per richiamare la necessità di documentate specifiche capacità”.
Secondo il Cni “il richiamo ad una generica definizione, che rimanda nel solito modo alle competenze professionali, mal si adatta alle forti esigenze derivanti dalle necessità della riduzione del rischio e della complessità della sicurezza sismica che, al di là della tipologia di costruzione, non può mai essere armonica con le definizioni attuali, le quali non tengono conto delle recenti conoscenze elevate la cui applicazione è necessaria in tutti i contesti”.
Il Consiglio nazionale degli ingegneri “continuerà a lavorare perché, nell'ottica della promozione della cultura della interdisciplinarietà, si proceda finalmente a guardare alle competenze certificate come un passaggio obbligatorio per la tutela dei cittadini nel campo della sicurezza e dell’incolumità delle persone”.
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