Partire dai vecchi pozzi petroliferi per immagazzinare energia geotermica. È quanto ha cercato di testare la professoressa di ingegneria civile e ambientale Tugce Baser dell'University dell’Illinois a Urbana-Champaign guidando la prima dimostrazione sul campo dello stoccaggio di energia geotermica nel sottosuolo utilizzando un pozzo petrolifero abbandonato nel bacino dell’Illinois.
I risultati dello studio sono poi stati pubblicati sulla rivista Renewable Energy e hanno dimostrato che i fluidi estratti potrebbero generare una potenza elettrica di 5,74 MW in cinque anni con un periodo di ricarica iniziale di 90 giorni.
In particolare, si legge nell'abstract pubblicato su Renewable Energy: "È stata condotta un'analisi sistematica preliminare dei dati per sondare l'accumulo di energia termica proprietà del sottosuolo. È stato eseguito un test sul campo in scala reale per delineare i processi termici del sottosuolo. I risultati del test sul campo sono stati utilizzati per calibrare un modello numerico asimmetrico bidimensionale per un singolo pozzo push/pull".
Sistemi d'accumulo e pozzi di petrolio
A livello teorico per generare energia da un pozzo di petrolio e stoccarla è necessaria l'iniezione di calore raccolto da varie fonti in un pozzo esistente nel sottosuolo a bassa temperatura per creare un serbatoio geotermico artificiale e sostenibile per consentire la generazione di elettricità.
Nel concreto il team dell'University dell’Illinois ha iniettato acqua preriscaldata a 5O°C nella Cypress Sandstone, un’unità rocciosa porosa situata a circa 900 metri sotto la superficie del sito di prova, tramite un pozzo pre-esistente. Quindi hanno monitorato i cambiamenti di pressione, le condizioni termiche e idrauliche per cinque giorni. I risultati hanno indicato che l'efficienza di accumulo dell'energia potrebbe raggiungere l'82% e che i fluidi estratti potrebbero generare una potenza elettrica di 5,74 MW in cinque anni per uno schema mensile simultaneo di iniezione e produzione con un periodo di ricarica iniziale di 90 giorni. Il sistema proposto, che beneficia dell'infrastruttura esistente, offre un approccio economico e ambientale per lo stoccaggio termico con un'elevata efficienza di stoccaggio.