La FIRE (Federazione italiana per l'uso razionale dell'energia), in collaborazione con il CEI, Comitato Elettrotecnico Italiano, e il CTI, Comitato Termotecnico Italiano, ha realizzato un’indagine tra un campione di organizzazioni certificate ISO 50001, EGE certificati UNI 113339 e organismi di certificazione accreditati, con lo scopo di illustrare lo stato di diffusione della norma ISO 50001 e le modalità di attuazione.
Il primo aspetto significativo emerso è che il solo campione di organizzazioni analizzate ha eseguito investimenti per circa 16 milioni di euro in azioni di miglioramento dell’efficienza energetica e ne ha programmati circa altrettanti nei prossimi anni. Questo a conferma che la ISO 50001 è una norma che promuove uno sviluppo sostenibile e che genera cash flow per le organizzazioni per investire in nuove iniziative.
STATO DI ATTUAZIONE. Lo stato di attuazione della norma ISO 50001 vede l’Italia in una posizione intermedia nello scenario europeo con un numero di siti certificati inferiore a quello di altri Paesi (Germania e Francia tra questi) ed una penetrazione percentuale rispetto alle aziende totali che ci vede arretrare ulteriormente in classifica.
È probabile che questo divario porti, nel medio e lungo periodo, ad una diminuzione della competitività delle imprese italiane per un minore impegno a conseguire un miglioramento continuo della propria efficienza energetica. Inoltre questa previsione potrebbe essere amplificata dal fatto che il costo delle utilities all’utente finale è mediamente più elevato per effetto degli oneri generali di sistema che incidono in modo significativo sul prezzo dell’energia elettrica e del gas naturale. Vale la pena di sottolineare che quest’ultimo aspetto dovrebbe in realtà spingere ad una più diffusa adozione di sistemi di gestione dell’energia.
Le problematiche incontrate dalle organizzazioni possono essere ricondotte a quelle generali di adozione dei sistemi di gestione più che a particolari aspetti critici della ISO 50001. Quando l’implementazione della norma si deve integrare con altri sistemi di gestione già presenti (ISO 9001 o 14001) la gestione organizzativa e documentale è facilitata ma deve trovare comunque un suo equilibrio che valorizzi l’organizzazione stessa e non appesantisca la sua operatività.
Informazione e formazione a tutti livelli organizzativi sono le parole chiave per un maggiore coinvolgimento di tutti gli attori sulla tematica dell’efficienza energetica.
Le PMI trovano tuttavia difficoltà ad implementare un SGE e sarebbe auspicabile un percorso semplificato o per stadi successivi per questo segmento di mercato come si sta studiando, sperimentando e proponendo in altri paesi europei. Nel campione analizzato hanno rappresentato il 9% del complessivo mentre a livello italiano rappresentano poco meno del 5% del settore industriale (escludendo le microimprese sotto i 10 addetti, che arrivano a coprire circa il 95% in termini numerici).
EVOLUZIONE FUTURA. L’evoluzione futura dell’SGE coincide da un lato con la maggiore diffusione e promozione della norma stessa e dei benefici che la sua implementazione può portare all’organizzazione ed all’intero sistema del paese.
Questo documento ne è un esempio ed i risultati ottenuti possono essere integrati e valutati all’interno del pacchetto di interventi della Energy Union, che vede misure legislative nell’efficienza energetica, nel mercato dell’energia elettrica, del gas naturale e delle fonti rinnovabili, e nel contrasto ai cambiamenti climatici.
Dal lato normativo questi primi anni di implementazione consentono di fornire dei suggerimenti di miglioramento dei contenuti della norma. Alcuni punti significativi sono:
- perfezionare l’attività di diagnosi energetica iniziale, la definizione di EnPI e la pianificazione dei sistemi di misura a supporto del SGE;
- migliorare il coinvolgimento e il ruolo della direzione;
- migliorare il coinvolgimento dei fornitori;
- migliorare il rapporto tra obblighi burocratici e efficacia del SGE;
- semplificare l’accesso al SGE per le PMI.
Risulta peraltro importante che gli OdC e gli esperti che supportano le imprese nell’implementazione dell’SGE pongano maggiore attenzione a temi quali:
- la formazione continua delle persone coinvolte nell’SGE;
- la disponibilità di competenze adeguate;
- il coinvolgimento di tutte le funzioni aziendali;
- focalizzare le risorse economiche in accordo con la politica energetica dell’organizzazione.
Dall’altro, è necessario porre a corredo della ISO 50001 un contesto legislativo che premi l’adozione degli SGE. Ad esempio andrebbero valorizzate maggiormente le imprese certificate nell’ambito degli adempimenti previsti per le diagnosi obbligatorie ex art. 8 del D.Lgs. 102/2014, esplicitando che non è necessario per tali imprese presentare diagnosi in corrispondenza degli obblighi successivi al primo, purché la certificazione rimanga valida. È inoltre utile verificare la possibilità di valorizzare i risparmi conseguiti grazie ai sistemi di gestione dell’energia nell’ambito dello schema dei certificati bianchi, con procedure di valutazione semplificate. A tale proposito è utile segnalare che alla data di pubblicazione del presente rapporto alcune Regioni hanno pubblicato le gare per il finanziamento di diagnosi energetiche e sistemi di gestione dell’energia per le PMI in attuazione del D.Lgs. 102/2014.
Resta inoltre da ricordare a livello generale la necessità di un quadro legislativo, regolatorio e fiscale certo e stabile nel tempo per permettere alle organizzazioni di poter operare in un mercato interazionale di libera concorrenza.
Alcuni dei temi emersi richiedono degli approfondimenti, sia per comprendere la ragione di alcuni visioni differenti fra i diversi attori, sia per cogliere meglio alcune problematiche e proporre soluzioni più dettagliate ed efficaci. Sui siti web di FIRE, CEI e CTI troverete nei prossimi mesi informazioni sulle iniziative in atto.
Ci si augura infine che gli stakeholder interessati (e.g. associazioni industriali e del terziario, amministrazioni pubbliche, agenzie e università) possano dare diffusione al presente documento attraverso interventi di informazione e formazione, con particolare attenzione alle PMI.