Il settore sanitario italiano si trova ad affrontare sfide senza precedenti. La pandemia di COVID-19 ha messo a dura prova strutture e personale, evidenziando la necessità di un’evoluzione verso modelli operativi più efficienti e resilienti. In questo contesto, gli edifici intelligenti si profilano come una soluzione strategica per affrontare le crescenti pressioni economiche, ambientali e di sicurezza.
L’impatto degli smart building
Un recente studio di Forrester Consulting, commissionato da Johnson Controls, ha coinvolto 3.445 leader di settore in 25 paesi, di cui 300 in quello sanitario, per analizzare lo stato attuale degli smart building. I risultati evidenziano come, nonostante il potenziale di crescita offerto da queste tecnologie, solo una piccola percentuale di strutture sanitarie opera all’interno di edifici realmente intelligenti, con sistemi e dati completamente integrati.
L’indagine rivela che solo il 7% dei dirigenti sanitari intervistati beneficia di una completa integrazione tra sistemi e dispositivi sul posto di lavoro. Questa mancanza di interconnessione si traduce in inefficienze operative, con il 68% di essi che lamenta un impatto negativo sui costi e il 66% che segnala una minore fidelizzazione dei pazienti.
I dati raccolti da Forrester evidenziano come le informazioni provenienti dagli edifici siano fondamentali per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità, sicurezza e ottimizzazione delle cure. Dall’analisi emerge, infatti, che diversi dipartimenti e team di esperti se ne servono per prendere decisioni strategiche. Le soluzioni per smart building, infatti, consentono di aggregare e analizzare i dati provenienti da diversi sistemi e dispositivi, automatizzando i processi e garantendo la sicurezza e l’efficienza degli ambienti.