Le città e la loro trasformazione in chiave smart sono al centro del dibattito sulla progettazione. Si pensa all'innovazione tecnologica, alla sostenibilità ambientale, al comfort e alla vivibilità e anche alla flessibilità. Perché per accogliere, e per farlo in modo decoroso, il flusso di persone che ci si aspetta dall'esplosione di un fenomeno di urbanizzazione, la città dovrà cercare di rispondere alle esigenze dei suoi abitanti ed essere accessibile. Ma accessibile a chi? Se ci si ferma un attimo a riflettere su come le nostre città si presentano attualmente e anche su come saranno nel prossimo futuro, in base a tutti i progetti in corso e in agenda, c'è una fetta della popolazione che sembra totalmente esclusa: quella degli anziani.
Le città di oggi non sono attente alla popolazione anziana
Basti pensare a piccoli dettagli che ci sfuggono se non ci riguardano: in media un semaforo verde pedonale dura il tempo necessario per percorrere 1,2 metri al secondo quando una persona anziana mediamente in un secondo riesce a coprire dai 0,7 ai 0,9 metri; le pavimentazioni sono spesso dissestate o scivolose; i parchi cittadini sono pieni di ciottolato e a volte privi di panchine o non in numero sufficiente da consentire brevi soste ravvicinate. E si potrebbe continuare l'elenco quasi all'infinito.
Un quarto della popolazione urbana sarà over 60
E se pensiamo che, secondo le stime, nel 2030 2/3 della popolazione risiederà in città e, almeno nelle città più progredite, un quarto degli abitanti avrà più di 60 anni, possiamo con certezza dichiarare che il problema è serio. E andrebbe affrontato.
La questione, ancor prima di essere considerata da un punto di vista progettuale ed urbanistico, andrebbe analizzata alla base. Quando si parla di anziani si tende a relegare il 'problema' a forme di assistenzialismo sociale, tendendo a dimenticare che, salvo casi di malattia e disabilità, ciò che influisce negativamente sulla qualità della vita di un over 60enne è un ambiente ostile e poco sensibile alle sue esigenze. Come avevamo già evidenziato qualche mese fa diverse indagini, fra tutte quella condotta dall'Istituto Australiano di Sanità e del Welfare, gli anziani non sognano di vivere nelle tranquille e verdeggianti periferie cittadine né tantomeno nei cosiddetti 'Leisure Village' tanto di moda negli States, ma preferirebbero- e i dati dell'esodo lo confermano- risiedere in città. Perché i centri urbano offrono servizi, centri ricreativi e quindi possibilità di impiegare tutto il tempo a disposizione in una qualsivoglia attività.
Come progettare una città a misura di anziani?
Appurato questo, come riprogettare una città a misura (anche) di anziani? Un aiuto utile arriva dalla World Health Organisation che nel 2006 ha avviato un progetto chiamato 'Age-Friendly Cities' con l'obiettivo di promuovere modelli urbani che accolgano le esigenze della popolazione in là con gli anni. Attualmente sono 258 le città, in suolo britannico, che hanno aderito all'iniziativa, ciascuna portando avanti delle grandi, o piccole, 'rivoluzioni'.
Più sedie e panchine confortevoli
Manchester, ad esempio, è promotrice della 'Take-a-seat initiative' che, come il nome evoca, prevede l'installazione di sedie in vari punti della città e sopratutto anche all'interno dei negozi di quartiere, il che consente non solo ai clienti più anziani di riposarsi se ne hanno l'esigenza, ma anche di offrire uno spazio confortevole dove scambiare quattro chiacchiere con i vicini. Stessa cosa vale per le fermate degli autobus, spesse prive di panche o con sedute nella maggior parte dei casi inadatte ad una popolazione anziana.
Il progetto prevede invece la messa a disposizione di sedute progettate in modo adeguato: né troppo basse né troppo alte, sufficientemente larghe, dotate di braccioli che aiutano ad alzarsi o sedersi e anche di elementi funzionali, come il posto dove riporre l'ombrello piuttosto che ganci per fissare guinzagli dei cani.
Fra gli altri progetti degni di nota: la realizzazione di club dedicati agli over 50, giardini pubblici a misura di anziano, ovvero privi di scale. E, in questo siamo a Newcastle, dei 'vitality bench', panchine sparse per la città realizzate con materiali caldi al tatto.
Servizio di ciclo-taxi
Ma il Regno Unito non è l'unico paese che si sta muovendo in questa direzione. Lione, ad esempio, ha avviato un servizio di trasporto pubblico che, chiamato 'cyclopousse', è interamente dedicato alla popolazione anziana, che può usufruire di 'giovani pedalatori' per essere trasportata in giro per la città. Una sorta di taxi eco-sostenibile e a prezzo calmierato.
Supermercati 'age-friendly'
Alcune catene di supermercati tedeschi sono state invece riprogettate pensando alle esigenze dei più anziani: hanno corridoi più ampi, pavimenti antiscivolo, scaffali più bassi ed etichette dei prodotti più grandi.
Percorsi di fitness urbano
Eindhoven, infine, ha pensato allo sport in città. Sempre più in voga nei centri urbani, i percorsi di fitness o le attrezzature nei parchi cittadini sono rivolte attualmente alla popolazione giovane. Perché non adattare il modello anche per le persone più anziane? La città olandese ha creato quindi dei percorsi che gli anziani possono seguire con delle soste prefissate dove fare piccoli e semplici esercizi fisici.