ll settore della Smart Home sta vivendo un periodo di forte crescita. Nel 2021 il mercato italiano ha ripreso a correre, registrando un +29% rispetto al 2020 e raggiungendo quota 650 milioni di euro, pari a 11 euro in media per abitante, superando anche i livelli pre-Covid. Pesano, però, la carenza di semiconduttori e i rincari delle materie prime. Senza questo freno, il tasso di crescita del mercato sarebbe potuto essere addirittura del +45%. Molto verosimilmente gli impatti negativi si protrarranno anche nel 2022.
Sono i dati della ricerca sulla Smart Home dell'Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano, presentata oggi 18 febbraio durante il convegno “La Smart Home riprende a correre e apre la porta ai servizi”.
Crescono soprattutto termostati e climatizzatori smart
L’area che cresce di più nel mercato è quella degli oggetti connessi per la gestione del riscaldamento e della climatizzazione, che ha fatto registrare un aumento – in termini di incidenza sulle vendite – del 45%, con un valore corrispondente di 110 milioni di euro, pari al 17% del mercato rispetto al 2020.
Nello specifico, tra le persone che hanno acquistato nell’anno appena trascorso soluzioni connesse per il riscaldamento/raffrescamento e per la produzione dell’acqua calda sanitaria, il 46% ha optato per termostati, il 42% per climatizzatori, il 28% per caldaie, il 17% per valvole termostatiche e il 9% per scaldacqua/scaldabagni. Seguono pompe di calore (7%) e impianti di riscaldamento a pavimento (4%). Crescita favorita dagli incentivi come Ecobonus e Superbonus.
A guidare il mercato però ci sono gli elettrodomestici, con 135 milioni di euro e un tasso di crescita del +35%, seguiti da smart speaker (130 milioni di euro) e soluzioni per la sicurezza (125 milioni). La rimanente quota del mercato è costituita da casse audio (9%, +20%), lampadine (8%, +25%), le smart plug (prese elettriche, 2%, +30%) e dispositivi per gestire tende e tapparelle da remoto (2%, +45%).
Consapevolezza del consumatore e canali di vendita
Oltre agli incentivi fiscali a spingere il mercato è anche una maggiore conoscenza dei prodotti smart da parte dei consumatori finali: il 74% dei consumatori ne ha sentito parlare almeno una volta (69% nel 2020, 68% nel 2019, 59% nel 2018). E il 46% degli italiani possiede in casa almeno un oggetto smart, dato in costante crescita rispetto ai tre anni precedenti (43% nel 2020, 42% nel 2019, 41% nel 2018).
Il 2021 segna una forte crescita di tutti i canali di vendita, con la ripresa più forte per la filiera tradizionale (+40%, 245 milioni di euro), grazie anche agli incentivi statali (Ecobonus su tutti), ma registrano buoni risultati anche i canali e-commerce che hanno continuato a cavalcare la spinta agli acquisti online (+25%, 225 milioni di euro), e i retailer multicanale che hanno recuperato il calo dovuto al Covid (125 milioni di euro, +29%).
Tra i motivi che spingono all'acquisto di dispositivi smart vi sono principalmente ragioni legate al comfort (38%), alla sicurezza (22%) e alla possibilità di controllare a distanza i dispositivi connessi (14%).
Gap rispetto al mercato estero
Nonostante le buone performance dell’ultimo anno, il mercato italiano resta comunque lontano dai primi in classifica a livello europeo. Allungano il passo Regno Unito (4 miliardi di euro, +43%, 58,7 €/abitante) e Germania (3,9 miliardi di euro, +37%, 46,8 €/abitante), mentre l’Italia accorcia le distanze dalla Francia (1,3 miliardi di euro, +16%, 19,4 €/abitante) e incrementa il suo distacco rispetto alla Spagna (480 milioni di euro, +14%, 10,1 €/abitante).