Il futuro delle nostre case è tutto racchiuso in un aggettivo: smart. Stando ai dati pubblicati dal report della società di ricerca MarketsandMarkets da qui a cinque anni il mercato della Home Automation subirà una vera e propria impennata, arrivando nel 2020 a quota 12,81 mld di dollari. Ma quali insidie si nascondono dietro un'abitazione controllata e gestita da remoto e che si avvale della rete per il controllo di tutti i dispositivi che la compongono?
La tecnologia informatica, si sa, è sinonimo di progresso ed intelligenza, ma anche di insicurezza e vulnerabilità. E più i dispositivi diventano di massa più aumenta il rischio che diventino il bersaglio di attacchi hacker. Secondo esperti ed analisti di sicurezza informatica se negli ultimi anni le ‘intrusioni’ si sono focalizzate sui sistemi di pagamento, tra clonazioni di carte di credito e truffe online, la prossima frontiera sarà l’attacco ai device domestici: termostati intelligenti, smart tv, frigoriferi connessi. E il ‘sogno’ della smart home, della casa intelligente, interconnessa, monitorabile e gestibile da remoto potrebbe trasformarsi in un incubo, perché a monitorarla potrebbero essere degli estranei, facendo razzia di dati personali, informazioni sensibili, senza considerare l’aspetto più ovvio: una maggiore facilità di intrusioni e furti.
Tutti i dispositivi attaccati nel 2014
E’ vero, il mercato della tecnologia per smart home è ancora agli albori e più si diffonderà più verranno sviluppati anche sistemi di sicurezza ad hoc. Ma certo è che lo scenario ipotizzato è tutto fuorché utopistico. Se secondo Andrew White, fondatore di One Million Gateways, piattaforma di servizi informatici e in cloud per il business, il 2015 potrebbe essere l’anno degli hack e delle intrusioni non volute sui sistemi domestici, il portale on line di business e technology, Business Insider, si ‘diverte’ a stilare una lista dei dispositivi che hanno subito i maggiori attacchi informatici già nel 2014. Fra questi a farla da padrona sono proprio quelli per smart home: bollitori e teiere in cui sono stati ritracciati dei micro-chip; lampadine WiFi utilizzate per captare la password della rete e, di conseguenza, per provare a rubare tutti i dati disponibili; smart tv le cui credenziali sono di account sono state intercettate prendendo il controllo di microfoni e telecamere per ‘ascoltare e vedere’ tutto ciò che avviene in casa; telecamere intelligenti di sorveglianza sfruttate per spiare gli abitanti, e via dicendo.
La soluzione? Acquistare dispositivi di marca e proteggere dati e accesso alla rete
Se questa è la prospettiva sarà meglio rinunciare al sogno della smart home? Non necessariamente, perché fermare il progresso è, come in ogni ambito, controproducente ma sarà necessario prestare molta attenzione ai dispositivi che si acquistano (privilegiando marchi noti nel settore o a società che forniscono di frequente aggiornamenti) e salvaguardare in tutti i modi dati personali e credenziali di accesso alle reti.