“Abbiamo già visto mesi fa che purtroppo nella Pa uno smart working massiccio allo stato attuale è insostenibile”, denuncia Gabriele Buia, Presidente Ance che avverte: “ritardi, lungaggini e risposte inevase rischiano di bloccare definitivamente centinaia di cantieri sia pubblici che privati come quelli per gli interventi di efficientamento energetico e messa in sicurezza con il superbonus 110% che stanno partendo”.
“Le imprese stanno facendo di tutto tenere aperti i cantieri nonostante la maggiorazione dei costi e la minor produzione dovuti all’emergenza sanitaria che ancora gravano sulle nostre spalle”, sottolinea Buia che certo non possono sopportare una pubblica amministrazione non preparata ad affrontare uno smart working intensivo”. Occorre dunque un piano di intervento immediato per evitare che siano le imprese a subire un vero e proprio lockdown con fortissime ricadute economico-sociali. “Cominciamo quindi con l’introdurre orari di apertura prolungata (8/20), su appuntamento senza code e assembramenti, ed estendiamo subito il principio del silenzio-assenso a tutte le procedure autorizzative con controlli ex post per evitare che lo smart working, come abbiamo già detto chiaramente una settimana fa alla Ministra Dadone, si traduca di fatto in un no-working”, chiarisce Buia.
“Prendiamo esempio dalla Francia che, seppur in lockdown da domani, garantirà comunque l’apertura di tutti gli sportelli pubblici al servizio di cittadini e imprese”. D’altronde, “sappiamo benissimo e i dati lo dimostrano che non tutti gli uffici hanno un livello di digitalizzazione adeguato, né è stata fatto un piano di formazione e organizzazione specifica del personale che soffre da tempo anche del blocco del turn over”. Questa volta, ammonisce il Presidente Ance, “non possiamo ripetere gli stessi errori commessi durante il lockdown, quando abbiamo avuto sei mesi per prepararci”.
CON LO SMART WORKING DELLA PA CALATI I PERMESSI DI COSTRUIRE. Il quotidiano “Il Sole 24 Ore” ha pubblicato il 16 ottobre interessanti dati sull’effetto Covid-19 e smart working sull’attività della pubblica amministrazione e degli uffici in riferimento al rilascio dei permessi di costruire.
“A Roma i permessi di costruire hanno subito una riduzione che al momento è al 47% e potrebbe ridursi fino al 30% a fine anno: nel 2019 erano state 271 le licenze concesse, nel periodo gennaio- settembre 2020 siamo fermi a 143. La media mensile (da 246 a 158) conferma il calo del 30%”, si legge nell'articolo del Sole 24 Ore del 16 ottobre.
A Genova il calo è del 25%, mentre a Milano l'impatto dello smart working della PA è stato più ristretto.
Per il Presidente Ance Roma – ACER, Nicolò Rebecchini, “Il ricorso allo smart working improvviso e massiccio ha avuto fortissime ripercussioni sulle microeconomie locali che non stanno ricevendo il giusto supporto per adeguarsi a un cambiamento epocale. La PA non è ancora preparata”, sostiene il Presidente dei costruttori romani, aggiungendo che “servono formazione e investimenti”.
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