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Social housing, riqualificazione Net-Zero energy in dieci giorni. Il modello di business made in Olanda

Si chiama 'de Stroomversnelling' il Consorzio olandese che riqualifcherà 111mila alloggi sociali. Grazie a un modello di business integrato

mercoledì 22 aprile 2015 - Erika Seghetti

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L'idea di poter cambiare la propria vecchia casa con una nuova, confortevole e a basso consumo energetico è già di per sé allentante. Se poi ci aggiungiamo che il tutto può essere fatto in meno di dieci giorni e sopratutto senza costi aggiuntivi, la prospettiva diventa ideale. Ma utopica. Per noi, non per l'Olanda, dove un consorzio di imprese di costruzione e società di edilizia sociale hanno dato il via a un'iniziativa chiamata ' de Stroomversnelling' (che potrebbe essere tradotta in 'Rapidamente'), che propone un innovativo modello di business integrato e collaborativo volto alla riqualificazione in chiave net-zero di parte del patrimonio edilizio olandese.
Il programma prevede la ristrutturazione, entro la fine del 2020, di 111mila alloggi sociali, con evidenti vantaggi per tutti i soggetti coinvolti. Gli inquilini potranno disporre di un'abitazione confortevole e dignitosa; lo Stato olandese potrà vantare di un parco immobiliare (le caratteristiche villette a schiera) decoroso e di una riduzione dei consumi energetici e dell'impatto ambientale; le aziende coinvolte potranno contare su un business a tutti gli effetti 'sicuro', efficiente e redditizio.

Net-Zero Energy low-cost grazie alla prefabbricazione


Alla base del programma c'è l'implementazione di un modello riqualificativo net-zero energy e low-cost. Ad averlo sviluppato è il Gruppo Bam, una delle più grandi imprese di costruzione olandesi e ora parte del Consorzio che, dopo aver testato il proprio modello costruttivo nel 2014 su un campione di 90 abitazioni, è pronta a interventi su larga scala. L'approccio prevede l'utilizzo di moduli prefabbricati montanti in situ e un modello lavorativo integrato. Il risultato è quello di riuscire a ristrutturare un'abitazione in circa 10 giorni e senza essere costretti a far trasferire da un'altra parte gli occupanti. Le innovazioni proposte da Bam includono:

- un modulo energetico prefabbricato (di 3 metri cubi) che contiene tutta l'impiantistica necessaria per fornire all'abitazione riscaldamento, acqua calda, energia elettrica e ventilazione. Il modulo viene posizionato all'esterno dell'abitazione, alla quale è collegato. In questo modo, la casa potrà contare su un'impiantistica nuova e a basso consumo senza dover intervenire su quella preesistente

- una copertura prefabbricata con fotovoltaico integrato e facciate, anch'esse prefabbricate, coibentate. In questo modo l'unica opera di demolizione riguarda i serramenti.


- il passaggio dall'utilizzo di gas ed elettricità alla sola elettricità

- il rinnovamento di bagno e cucina nello stesso momento, sostituendo le vecchie piastrelle con pannelli di vetro prefabbricati. Un'operazione che riduce gli interventi di demolizione e, nel lungo termine anche quelli legati alla manutenzione

- l'integrazione- questo intervento è previsto per il futuro- della rete elettrica domestica a corrente alternata (AC) con una continua (DC), con il duplice obiettivo di evitare le perdite di corrente che usurano alcuni dispositivi e di trarre energia direttamente dai pannelli fotovoltaici.


Come funziona il modello di business

Questo modello del Consorzio è applicato esclusivamente alle case in social housing che le società di edilizia sociale danno in affitto a canone calmierato. Il perché è presto spiegato: gli accordi prevedono che gli inquilini- che spendevano annualmente circa 2000 euro in bolletta di consumi energetici- continueranno ugualmente a versare il denaro alla società di social housing, sebbene i 'nuovi' consumi sono pari allo zero. In questo modo, loro avranno senza spese aggiuntive un'abitazione più che dignitosa ma 'finanzieranno' questo business. 

Le società di social housing finanziano i costi di investimento iniziale con un capitale sociale della Dutch Social Bank. Gli interventi di ristrutturazione, affidati all'impresa del Consorzio (in questo caso il Gruppo Bam) sono dotati di una garanzia del costruttore di 40 anni, coprendo l'intero periodo del prestito. Le società di edilizia partecipanti hanno un ritorno annuale di circa il 5,25%,  sulla base dei loro fondi riservati- già previsti per lavori di ristrutturazione 'normali'- e sui risparmi in bolletta, ammortizzati nel corso dei 40 anni.

Ridurre i costi degli interventi riqualificativi è ovviamente il più grande obiettivo del Consorzio. Finora, secondo le stime di Bam, sono riusciti a scendere dai 130mila a 80mila euro per casa, in due anni. Se riuscissero a raggiungere l'obiettivo di 40-60mila per casa, sempre secondo Bam, il business potrebbe essere applicato anche all'edilizia residenziale privata.

Un modello replicabile

Il modello implementato dal Consorzio 'de Stroomversnelling' è strettamente legato al territorio olandese, perché sfrutta alcune caratteristiche che sono proprie delle società di social housing locali ed è pensato per una particolare tipologia edilizia, quella delle villette a schiera. Ma estrapolata dal contesto, l'idea imprenditoriale- perché di questo si parla- rimane. E potrebbe essere applicata, in modo, rivendendolo, in qualsiasi paese europeo.
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