Sono netti i segnali di ripresa per le società di ingegneria italiane rappresentate dall’OICE, l’Associazione aderente a Confindustria che ha presentato a Roma i risultati della 33esima edizione della Rilevazione annuale sulle società di ingegneria italiane, predisposta in collaborazione con il CER-Centro Europa Ricerche, alla presenza della Dott.ssa Maria Margherita Migliaccio del Mit; dell’Ing. Alfredo Bertelli, Esperto del Commissario Errani; dell’Ing. Paola Galliani, dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e del Dott. Paolo Pinto, dell’Agenzia ICE che hanno commentato i dati.
I dati del 2016 evidenziano una forte inversione del trend dello scorso anno quando si registrò un calo del 10,6% del valore della produzione 2015 rispetto al 2014. Quest’anno, come ampiamente previsto nella precedente Rilevazione, è stato del tutto recuperato il calo patito nel 2015 ed infatti il valore della produzione è passato dai 1.850 milioni del 2015 ai 2.050 del 2016, con un aumento dell'11%. Il 2017, poi dovrebbe dare risultati ancora più confortanti per il comparto considerando che la stima per l’anno in corso dovrebbe registrare aumenti fino ai 2.341 milioni, cioè un +14% sul 2016.
Il favorevole andamento del valore della produzione si è tradotto in un aumento degli addetti delle imprese OICE nel 2016 che hanno raggiunto le 14.333 unità (+2%) dalle 14.053 unità del 2015.
MOLTO POSITIVI I DATI SUL VERSANTE ESTERO. Molto positivi i dati sul versante estero (che nel 2015 era in calo e si attestava sul 30,6% del valore della produzione degli associati OICE): emerge infatti una crescita da 601 milioni a 734 pari ad una quota intorno al 35% sul totale della produzione 2016 (+22% sull’anno precedente), ma con stime di crescita nel 2017 del 23,4% rispetto a quest’anno, che dovrebbero portare ad una quota, sul totale della produzione, del 38,7%). L’aumento della produzione all’estero si concentra su tre principali aree di riferimento per le imprese OICE: l’Unione Europea, i Paesi europei al di fuori dell’Unione Europea e la Penisola Arabica e conferma il deciso riposizionamento della produzione all’estero delle società OICE, in risposta al mutamento della domanda internazionale.
Per il Presidente OICE, Gabriele Scicolone: “Il cambio sostanziale delle “regole del gioco” nel mercato interno è stato un fattore positivo; certo, ora che le regole sono quelle giuste, si auspica che il Paese risponda con un piano di investimenti che riesca a fare da traino all’economia in generale. Ripartenza dall’interno per potere raggiungere i mercati internazionali più robusti, è il primo “must”; poi rilancio degli investimenti in innovazione per essere al passo con i concorrenti stranieri, a partire dal BIM, tema sentito come centrale dalle nostre società e dall’Associazione che continuerà a supportarle anche in questo campo. I dati di quest'anno confermano il forte dinamismo delle nostre società che sanno adattarsi al mutare delle dinamiche dei mercati e sanno cogliere le opportunità che offrono”.
+5% LA PRODUZIONE INTERNA. Anche la produzione interna aumenta nel 2016 rispetto all’anno precedente passando dai 1.249 del 2015 ai 1.316 milioni del 2016 (+5%). Meglio ancora dovrebbe andare nel 2017 anno in cui è attesa un’ulteriore crescita a 1.435 milioni di euro (+9%).
Sempre molto rilevante la fetta di attività degli associati OICE derivante dalla committenza privata: ribaltando il trend negativo del 2015, si registra quest’anno un cospicuo balzo in avanti (931 milioni, un aumento di oltre il 20% sul 2015) che sembra confermato anche per il 2017 in cui si prevede di raggiungere i 1.159 milioni di euro.
Secondo Stefano Fantacone, direttore della ricerca: “All’interno di un quadro congiunturale in generale in miglioramento, la 33° Indagine OICE segnala andamenti positivi per il settore. Nel complesso, il valore della produzione è stimato in aumento sia nel 2016, sia nel 2017. Rispetto al 2015, l’incremento cumulato potrebbe risultare superiore al 25%. Sempre a fine 2017, il numero di occupati avvicinerebbe le 16 mila unità (14 mila nel 2015). Questi andamenti positivi riflettono una crescente polarizzazione delle imprese aderenti all’OICE, con una produzione che a fine periodo proverrebbe per l’81,5% da aziende con più di 50 addetti e per il 67,5% dal mercato estero. Un livello di domanda ancora inadeguato, tempi di pagamento non sufficientemente accorciati e il permanere di un’alta complessità normativa sono i fattori che più di altri ostacolano l’espansione delle imprese OICE”.