È stata approvata in commissione l’ultima stesura dell’emendamento al Decreto Sostegni-bis che dispone la proroga della scadenza di versamenti per i soggetti Isa al 15 settembre 2021, senza la previsione di alcuna maggiorazione.
“Va dato sicuramente atto al primo firmatario dell’emendamento Gusmeroli e al relatore Bitonci, ma anche agli altri sostenitori tra i quali Trano, Fragomeli e Fassina, di aver tentato di portare la proroga al 30 settembre, così come previsto nella stesura originaria” dichiara Marco Cuchel, presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti, “e di avere in ogni caso anche ottenuto la previsione di eliminazione della maggiorazione, portando un seppur piccolo beneficio al contribuente; ma quello che non si riesce a comprendere è il motivo per il quale abbia prevalso il parere negativo della Ragioneria, inspiegabile in quanto tale scadenza è stata prevista anche per altre annualità. Non c’erano infatti motivi oggettivi per non arrivare alla fine del mese, né di natura tecnica e tantomeno erariale, c’erano solo buone ragioni per farlo. Quelle settimane in più avrebbero dato a noi commercialisti un po’ di respiro, visto il caos che ci attende tra modelli rompicapo, circolari da 539 pagine e invio delle nuove domande per i contributi a fondo perduto”.
L’ANC rivendica con fermezza il diritto affinché sia riconosciuto lo sforzo che la categoria ha fatto in questo anno e mezzo pandemico, nel corso del quale è stato grazie ai commercialisti se le imprese e i contribuenti sono riusciti ad avere accesso ai benefici che le norme hanno previsto, avendo pertanto anche un ruolo attivo nella decompressione della tensione sociale e nella tenuta del sistema.
“L’ANC ha monitorato l’attività legata all’approvazione del decreto, seguendo ora per ora i lavori parlamentari”, conclude Cuchel, “e ora siamo amareggiati, ma anche indignati del fatto che non si tenga conto che gli studi di commercialisti per il 90% si occupano di materia fiscale e a cui, di fatto, viene vietato di chiudere per un necessario quanto meritato periodo di riposo per loro e per i collaboratori. Se non ci sarà un cambio di passo il sistema che ci vuole sostanzialmente impiegati della pubblica amministrazione imploderà, crollerà su se stesso come un cavallo da corsa sfinito e, a quel punto, chi lavorerà per sostenere il sistema delle entrate in questo Paese?”.