di Franco Metta
Nel 2020 quasi 500 mila professionisti hanno incassato il reddito di ultima istanza (Rui) che valeva 2.200 euro. In pratica, un professionista su due (esclusi i pensionati attivi che non ne avevano diritto) ha dichiarato nel 2019 un reddito inferiore ai 50 mila euro.
Da domani, martedì 30 marzo, sarà possibile presentare domanda per il nuovo contributo a fondo perduto previsto dal D.L. Sostegni: partendo dalle statistiche diffuse dal Mef, dove la media dei compensi da attività professionale dichiarati nel 2019 è di 69.140 euro, e ipotizzando una perdita del 30%, il sostegno medio ottenibile è di 1.037 euro, molto vicino quindi al minimo garantito di 1.000 euro.
Vi sono differenze consistenti tra le varie categorie di professionisti. Solo i commercialisti infatti potranno contare di superare il minimo, in virtù di un giro d’affari medio di ben 119.100 euro nel 2019. Con un calo del 30% il contributo dovrebbe essere di 1.787 euro.
Invece per le altre categorie la maggior parte dei professionisti beneficerà del meccanismo di integrazione al minimo, che si applica appunto quando il risultato del calcolo del contributo è inferiore alla soglia dei 1.000 euro.
I professionisti beneficeranno anche dell’esonero parziale dei contributi previdenziali 2021. Anche qui non tutti nella stessa misura. Sebbene requisiti e importi debbano ancora essere definiti, la relazione tecnica abbinata al D.L. stima un massimo di 3 mila euro per una platea di 330 mila professionisti che soddisfano un doppio requisito (reddito inferiore ai 50 mila euro e calo del fatturato del 33%).