“Le nuove strette” – ha affermato Angelo Carlini Presidente ASSISTAL – “sullo sconto in fattura e la cessione del credito d’imposta per tutte le detrazioni fiscali, dal superbonus del 110% all’ecobonus e il bonus ristrutturazioni, previste nella bozza del decreto sostegni-ter finiranno per paralizzare nuovamente il mercato delle riqualificazioni energetiche e così vanificare gli sforzi per il rilancio del settore delle costruzioni. Comprendiamo l’intento del Governo di voler contrastare le pratiche fraudolente, tuttavia, con l’articolo 26 della bozza, che blocca la cessione multipla di questi crediti d’imposta prevedendo di fatto una sola cessione da parte dell’impresa agli intermediari finanziari, si rischia di penalizzare i cittadini e le imprese oneste causando una crisi di liquidità in quanto il vincolo di una sola cessione potrebbe ridurre sensibilmente la disponibilità ad acquisire crediti che superano la capacità di utilizzarli. Inoltre, è inaccettabile che si continuino a cambiare le regole intervenendo anche sui contratti in essere che rischiano di essere dichiarati nulli con l’effetto aberrante di generare migliaia di contenziosi. Chiediamo pertanto al Governo di rivedere l’articolo prima che venga pubblicato in Gazzetta Ufficiale nell’ottica di consentire successive cessioni almeno tra i soggetti qualificati dal Testo Unico Bancario come intermediari finanziari ovvero banche, intermediari finanziari iscritti all’albo, società autorizzate alla cartolarizzazione e all’intermediazione finanziaria e imprese di assicurazione autorizzate a operare in Italia, e di non rendere retroattiva l’applicazione delle nuove disposizioni. Tutto questo è necessario e non possiamo più accettare misure che colpiscono duramente la filiera delle costruzioni di impianti e dei servizi energetici, già fortemente segnata dai rincari delle materie prime e dell’energia che, come denunciamo da mesi, non consentono alle imprese di partecipare alle gare, di sostenere i costi dei contratti in corso e di essere competitive sul mercato. Ci aspettavamo misure di sostegno, ma è evidente che gli autori di queste norme, così come gli autori delle misure di compensazione per il caro materiali e il caro energia, non conoscono la realtà nella quale le aziende operano tutti i giorni e, pertanto, ci ritroviamo con l’ennesimo colpo fatale per un settore che per sopravvivere ha bisogno di essere ascoltato.”
“Basta all’ennesima picconata contro il superbonus”, dichiara il deputato del M5S Riccardo Fraccaro.
“Negli scorsi giorni, il governo ha presentato all’intento del nuovo dl sostegni una serie di norme che vanno a limitare la cedibilità dei crediti fiscali legati alle ristrutturazioni edilizie (fra cui appunto il superbonus). Con le nuove regole l’impresa che applica lo sconto in fattura o il soggetto che esegue i lavori potranno cedere il credito d’imposta così maturato una sola volta.
Questo, va da sé, a livello complessivo riduce considerevolmente la platea disponibile dei cessionari e quindi riduce il potenziale della misura stessa. Ma non si tratta del problema maggiore: l’ennesima modifica del quadro normativo di riferimento (anche questa in senso restrittivo dopo che già il dl anti-frodi era intervenuto a fine 2021) genera caos, incertezza e da ultimo blocca l’intera filiera. Le banche prendono tempo, CDP è ferma, Poste sta valutando il nuovo quadro e così le imprese fermano o posticipano gli interventi, i cantieri si bloccano, gli imprenditori non sanno come pagare dipendenti e fornitori. Lo spettro del fallimento per migliaia di imprese si fa reale.
Insomma il governo in questo caso sembra agire per frenare la crescita, spinta quest’anno in larga parte proprio dagli investimenti nel settore edilizio.
Con questo”, conclude Fraccaro, “non voglio ignorare il problema delle eventuali frodi, che poi sembrano per lo più riguardare crediti fiscali diversi dal superbonus, ma di certo il metodo per intervenire su questo versante non può essere la produzione di un decreto dietro l’altro ogni mese; peraltro senza coinvolgere le forze politiche e le associazioni di categoria, facendo così piombare gli operatori nell’incertezza assoluta dall’oggi al domani”.