Dopo il D.L. 157/2021 (il cosiddetto “decreto anti-frode”), parzialmente confluito nella Legge di Bilancio 2022, il governo ha varato una nuova stretta alle cessioni del credito per il Superbonus 110% e gli altri bonus edilizi. Nel decreto “Sostegni ter”, approvato venerdì 21 gennaio dal Consiglio dei ministri, è previsto infatti che i crediti fiscali possano essere ceduti una sola volta da parte dell’impresa agli intermediari finanziari. Il limite dovrebbe entrare in vigore a partire dal 7 febbraio – la pubblicazione del testo del decreto è ancora attesa in Gazzetta Ufficiale – e dovrebbe riguardare anche lo sconto in fattura, nel momento in cui si trasforma in credito d’imposta per l’impresa.
Un modo, come spiega Ivan Cimmarusti sull’edizione odierna del Sole 24 Ore, per evitare meccanismi fraudolenti come le “cessioni a catena” di crediti fiscali, gestite da società opache sorte dal nulla negli scorsi mesi e unicamente dedite a questo business. Un giro d’affari che, secondo la Guardia di Finanza, potrebbe nascondere anche vere e proprie operazioni di riciclaggio gestite dalle cosche mafiose.
PROTESTANO LE ASSOCIAZIONI DEL SETTORE. Secondo Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo, questa ulteriore stretta sulla cessione del credito è “incomprensibile, oltre che ingiustificata”, e renderebbe di fatto “l’opzione dello sconto in fattura inapplicabile da parte di tutti gli imprenditori, grandi e piccoli, che proprio sulla base di quanto deciso con la legge di Bilancio di fine anno, hanno pianificato investimenti e piano di lavoro”. Critica anche l’Ance: “Basta con i continui cambiamenti. L'incertezza delle regole, anche con provvedimenti retroattivi, scoraggia il mercato e le imprese più serie”, sostiene il presidente Gabriele Buia.
Secondo la Rete delle Professioni Tecniche, si tratta di un ulteriore ostacolo che toglie forza agli incentivi. “Comprendiamo perfettamente l’esigenza del Governo di evitare frodi e speculazioni. Tuttavia, riteniamo che gli strumenti informatici e l’utilizzo delle banche dati e delle informazioni a disposizione, in tempo reale, dell’Agenzia delle Entrate siano perfettamente in grado di poter verificare tempestivamente tutti i possibili passaggi successivi delle cessioni, anche tra società controllate, evitando così che si commettano abusi, costituendo anche un forte deterrente.”
Per questo – prosegue la RPT – sarebbe sufficiente “potenziare i controlli, senza aumentare i carichi burocratici, ma semplicemente incrociando i dati in possesso dell’Agenzia delle Entrate, della Camera di Commercio, degli elenchi degli Ordini e associazioni di categoria, dell’Anac e così via, in modo da poter immediatamente attenzionare, con opportuni alert, i casi ad alto rischio”.
Per questo motivo, chiediamo con decisione al Governo di fare un passo indietro su questo punto, lasciando le possibilità attuali di cessione del credito. E di potenziare i controlli utilizzando tutte le possibilità oggi consentite, perché è sacrosanto che si puniscano i colpevoli degli abusi, ma non certamente i tanti operatori economici, imprese, cittadini, professionisti, amministratori di condominio che si stanno impegnando seriamente e correttamente per migliorare la qualità e la sicurezza delle nostre costruzioni.
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