Dal 2016 l’Europarlamento diventerà la prima istituzione dell’Unione europea 100% carbon neutral. Grazie alla riduzione delle emissioni di CO2 e all’efficientamento delle proprie strutture, sia dal punto di vista energetico che da quello dei consumi di carta e acqua. A diffondere la notizia è un comunicato ufficiale, dove viene sottolineato come la decisione sia un importante segnale in vista del COP21 di Parigi.
A poche settimane dalla COP21 di Parigi- commenta la vicepresidente del Bureau del Parlamento, l'austriaca Ulrike Lunacek - si tratta di un messaggio forte da parte delle istituzioni, che dimostra che vogliamo rispettare i nostri obiettivi. L’Ue dovrà rivedere le sue ambizioni al rialzo se vuole svolgere un ruolo positivo per fare della COP21 un successo. In questo senso, il Parlamento europeo da il buon esempio incoraggiando le buone pratiche. Ma dobbiamo fare di più: per progredire verso il raggiungimento dei nostri obiettivi ambientali, il Parlamento continuerà a migliorare la messa in opera delle sue pratiche ambientali all’interno delle istituzioni stesse in settori chiave come il consumo di acqua, di carta, di elettricità, il riciclo dei rifiuti e la sensibilizzazione sul riscaldamento climatico.
Compensazioni, stanziati 250mln
Laddove non sia possibile un'ulteriore riduzione delle emissioni nocive, si procederà con iniziative di compensazione, per controbilanciare le emissioni dell’acquirente. A questo proposito è stato stanziato un fondo da 250 mila euro.
I fondi così individuati verranno destinati in prima istanza a progetti localizzati in Africa e nelle aree caraibica e del Pacifico. Qualora non vi fossero sufficienti iniziative da sostenere si passerà ai Paesi inclusi nella “Politica Europea di Buon Vicinato” e nella “Euro-Mediterranean Partnership/Union for the Mediterranean” (EuroMed/UfM). Per i progetti di compensazione nei Paesi in via di sviluppo, dovrà essere utilizzato come norma per le buone pratiche il “Gold Standard”, riconosciuto a livello mondiale ed originariamente messo a punto dal Wwf e da alte ONG internazionali. Tutti i progetti proposti dovranno continuare ad essere registrati dall’United Nations Framework Convention on Climate Change, per garantire la loro legittimità.