di Franco Metta
Il settore dell’arredo ufficio esce da un 2020 non certo facile, con un calo del fatturato del 20% (sopra al miliardo di euro in termini assoluti), un dato peggiore per il mercato interno (-22,2%) rispetto a quello estero (-17,5%). Alla base c’è sicuramente la crisi innescata dalla pandemia e l’ampio ricorso allo smart working da parte delle aziende in tutto il mondo, che ha frenato di fatto gli investimenti nel mondo degli uffici.
Ora si tratta di ripartire e l’idea è proprio quella di concentrarsi sulle esigenze di chi lavora da casa. “Penso in particolare a sedute e scrivanie adatte a entrare in appartamenti che in media non sono molto grandi, perciò dovranno essere di dimensioni ridotte” sostiene Gianfranco Marinelli, presidente di Assufficio. Di recente, il governo ha prorogato a tutto il 2021 una misura introdotta lo scorso anno con il D.L. Rilancio: l’aumento del plafond fino a 516,46 euro (invece che 258,23 euro) del cosiddetto fringe benefit che le aziende sotto forma di piano welfare concedono ai propri dipendenti per l’acquisto di beni e servizi.
Questa viene vista come opportunità dai produttori di mobili per ufficio, dal momento che l’importo è sufficiente per l’acquisto di una seduta ergonomica che è l’elemento più importante per chi lavora da casa. “Nel 2021, afferma Marinelli, speriamo che la situazione possa stabilizzarsi”. Per il settore potrebbe delinearsi all’orizzonte una sorta di turnover, andando a colmare la riduzione degli spazi occupati dalle aziende con le esigenze dello smart working o del co-working.