Le imprese di costruzioni e delle principali sigle confederali hanno scritto al Commissario Europeo per il mercato interno, l'industria, l'imprenditoria e le PMI Elzbieta Bienkowska e al Commissario Europeo per gli affari economici e finanziari Pierre Moscovici, al fine di condividere la preoccupazione di migliaia di imprese del settore delle costruzioni che, in queste settimane, vedono la loro sopravvivenza fortemente messa a rischio dalla drammatica mancanza di liquidità determinata dall’applicazione del meccanismo dello “split payment” in Italia.
“In una situazione già fortemente compromessa dall’inaccettabile fenomeno dei ritardati pagamenti della Pubblica Amministrazione e dalla stretta creditizia, infatti, il meccanismo dello split payment, oltre all'allargamento dell'applicabilità del reverse charge, entrati in vigore il 1° gennaio scorso stanno rapidamente aggravando l’equilibrio finanziario delle imprese che operano nel settore dei lavori pubblici”, si legge in una nota.
“I creditori non riceveranno più l’importo dell’Iva dalle Pubbliche Amministrazioni committenti, mentre dovranno comunque continuare a pagare l’ammontare dell’imposta sul valore aggiunto ai propri fornitori, potendola recuperare solo successivamente attraverso una domanda di rimborso allo Stato”.
NORMA INIQUA E SPROPORZIONATA. Secondo le imprese di costruzioni “si tratta di una norma che appare profondamente iniqua e sproporzionata, perché fa gravare il costo della lotta all’evasione sui numerosi contribuenti diligenti, invece di utilizzare più efficacemente i molteplici strumenti di controllo, telematici e non, già esistenti, scrivono i Presidenti di CNA Costruzioni, ANCE, ANAEPA/Confartigianato ed Ancpl Legacoop, a testimoniare che la scelta di applicare lo split payment, senza aspettare il parere della Commissione, appare inaccettabile per un Paese che si distingue per tempi lunghissimi nei rimborsi Iva, elemento rispetto al quale è tuttora in corso una procedura di infrazione da parte della Commissione stessa.
Per i suoi contenuti, la norma appare, infine, in evidente contrasto con i principi indicati nello Small Business Act e con la normativa europea in materia di ritardo nei pagamenti”.
È stata lanciata anche una petizione online (clicca qui)