A fine dicembre 2014 il numero di
startup innovative iscritte alla sezione speciale del Registro delle
imprese, ai sensi del decreto legge 179/2012, erano 3.179, in aumento
di 549 unità rispetto alla fine di settembre (+20,9%). Impiegavano
oltre 15.000 lavoratori (12.556 soci e 2.607 dipendenti), 2.000 unità
in più rispetto al trimestre precedente. I dati sono contenuti nel secondo
numero del report strutturale curato da Infocamere (società
consortile di informatica delle mere di commercio) relativo al quarto
trimestre del 2014 e pubblicato sul sito startup.registroimprese.it.
Sono numeri che lasciano perplessi perché appena una stat up su 5 ha assunto un lavoratore, a fronte di incentivi fiscali che consentono di ridurre l'onere dei conferimenti, oltre ai successivi bandi pubblici.
Ai sensi nell’art. 29 della L. 221/2012 di conversione del Decreto Crescita 2.0 , le persone fisiche e giuridiche che investono in startup innovative possono beneficiare delle seguenti agevolazioni fiscali: i soggetti passivi dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) possono detrarre dall’imposta lorda un importo pari al 19% dei conferimenti in denaro, per importo non superiore a euro 500.000, effettuati in ciascun periodo d’imposta; i soggetti passivi dell’imposta sul reddito delle società (Ires) possono dedurre dal proprio reddito un importo pari al 20% dei conferimenti in denaro, per importo non superiore a euro 1.800.000, effettuati in ciascun periodo d’imposta.
I DATI. Le startup rappresentano lo 0,21% del quasi milione e mezzo delle società di capitale italiane. Il capitale sociale delle startup è complessivamente di 153 milioni di euro, che corrisponde in media a circa 48 mila euro a impresa. Il capitale medio è in aumento di quasi il 20% rispetto al terzo trimestre.
I SETTORI. Dal punto di vista settoriale, il 72,9% delle startup innovative fornisce servizi alle imprese (73,5% a fine settembre), il 18% opera nei settori dell’industria in senso stretto (quota invariata rispetto a fine settembre), il 3,8% nel commercio (3,4%). Il peso delle nuove imprese innovative sulle società di capitale è più elevato della media soltanto nei servizi alle imprese (0,67%) e nell’industria in senso stretto (0,26%).
Le imprese che rientrano nell'ambito energetico sono 400, e meno della metà di queste ha un sito internet funzionante. Solamente il 10% delle 400 che rientrano nella categoria "impresa ad alto valore tecnologico in ambito energetico" appartengono al settore industriale, mentre la stragrande maggioranza sono dei servizi. Molti sono studi di consulenza in ambito energetico, studi di progettazione di costruzioni sostenibili o aziende che hanno sviluppato della applicazioni legate alla sostenibilità.
Si tratta di una dimensione produttiva moderna, con logiche lontane dal modello industriale del secolo scorso, ma che forse non risolve il problema occupazionale del Paese per la manodopera meno specializzata. Ma soprattutto, almeno per quanto concerne il cluster energia, delle 400 aziende ammesse al finanziamento, poche offrono soluzioni che possono valicare i confini nazionali, andando ad insistere in un mercato interno ancora molto soffocato.
COMPAGINE SOCIETARIA. Le startup con una compagine societaria a prevalenza femminile sono 397 (+82 imprese rispetto al terzo trimestre), il 12,5% del totale, una quota inferiore a quella delle società di capitale femminili (16,3% del totale delle società di capitale). Le startup con una compagine societaria a prevalenza giovanile (under 35) sono 827 (+129 imprese rispetto al trimestre precedente), il 26% del totale, una quota superiore a quasi quattro volte quella delle società di capitale giovanili (7%). Le startup con una compagine societaria a prevalenza straniera sono 66 (+7 unità sul terzo trimestre), il 2,3% del totale, una quota inferiore a quanto accade per le società di capitale estere (3,8%).
CITTÀ. In valore assoluto Milano è la provincia che ospita il numero maggiore di startup innovative, sono 466 pari al 14,7% del totale, segue Roma con 265 (8,4%), Torino 171 (5,4%), Trento 96 (3%) e Napoli 95 (3%). Negli ultimi tre mesi del 2014 le startup sono aumentate di 96 unità a Milano, 52 a Roma e 26 a Torino. Se però si considerano tali valori in rapporto al numero di società di capitali presenti nella provincia, Trento è prima in classifica con 103 startup ogni 10 mila società di capitali, mentre Milano è molto distante con un indice pari a 29.
REGIONI. In valore assoluto la Lombardia è la regione che ospita il numero maggiore di startup innovative, sono 696 pari al 21,9% del totale, segue l’Emilia-Romagna con 360 (11,3%), il Lazio 303 (9,5%), Veneto 247 (7,8%), Piemonte 229 (7,2%). Nel quarto trimestre le startup sono aumentate di 126 unità in Lombardia, 73 in Emilia-Romagna e 61 nel Lazio. Il Trentino-Alto Adige è la regione con la più alta incidenza di startup in rapporto alle società di capitale con 68 startup ogni 10 mila società di capitali, mentre la Lombardia registra un indice pari a 22.
VALORE PRODUZIONE MEDIA. Il valore della produzione media, calcolato sulle quasi 1.700 imprese per le quali si dispone dei bilanci sull’esercizio 2013, è pari a 128 mila euro, ma la metà delle startup innovative ha prodotto nel 2013 per meno di 27 mila euro. L’attivo è in media di 238 mila euro a impresa, ma per la metà delle startup innovative non supera i 64 mila euro. Tali valori sono molto diversi da quelli del complesso delle società di capitale che però comprendono prevalentemente imprese tradizionali, attive da molti più anni, con caratteristiche molto differenti rispetto alle startup innovative.
Complessivamente le startup innovative hanno registrato una produzione pari a quasi 213 milioni di euro nel 2013 (valore calcolato sulle quasi 1.700 imprese per le quali si dispone dei bilanci sull’esercizio), mentre il reddito operativo complessivo è negativo pari a 46 milioni. Una delle caratteristiche peculiari delle startup innovative è l’elevato grado di immobilizzazione dall’attivo patrimoniale: il rapporto è pari al 30,5% ed è cinque volte il rapporto medio delle società di capitale (5,9%).
OCCUPATI. Dal punto di vista occupazionale, le 989 startup con dipendenti impiegano complessivamente 2.607 persone, in media 2,6 dipendenti per ogni impresa, mentre almeno la metà delle startup con dipendenti impiega un solo dipendente.
SOCI. Sono 12.556 i soci nelle 3.095 startup innovative con almeno un socio. È ipotizzabile che i soci siano coinvolti direttamente nell’attività d’impresa. In media ogni startup presenta 4 soci, la metà ne presenta un massimo di 3; si tratta di valori superiori a quelli del complesso delle società di capitali.
RISULTATI ECONOMICI. Durante i primi esercizi di operatività è probabile che si presentino risultati economici in perdita a causa del peso che il debito presenta nella fase iniziale dell’attività. Il 57,9% delle startup innovative nel 2013 è in perdita (questo insieme di imprese rappresenta quasi il 60% della produzione complessiva), mentre il restante 42,1% presenta un utile d’esercizio (rappresentano il 40% della produzione).
INDICATORI DI REDDITIVITÀ. Gli indicatori di redditività ROI e ROE delle startup innovative registrano valori negativi, ma se ci si riferisce soltanto alle imprese in utile, gli indici sono molto migliori di quelli delle altre società di capitale. La struttura finanziaria delle startup innovative è relativamente migliore di quella delle società di capitale. Situazione inversa per le startup in utile che hanno una situazione finanziaria peggiore della media delle società di capitale. Per ogni euro di produzione le startup innovative generano in media 13 centesimi di valore aggiunto, un dato più basso di quello delle società di capitali (20 centesimi). Limitatamente alle imprese in utile, le startup generano invece più valore aggiunto delle società di capitali (32 centesimi contro 22).
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