“Siamo all'interno di un trend negativo. Fatta eccezione di qualche segnale di ripresa tra Roma, Milano e il Nord Est, nel resto d'Italia si costruisce molto poco”.
Lo ha detto all'AGI l'archistar Stefano Boeri, secondo il quale “oltre a rendere più belle le città”, un intervento di abbattimento e ricostruzione di 4 milioni di edifici seguendo i nuovi criteri di sostenibilità ed estetica “risolleverebbe il settore dell'edilizia, dell'architettura e dell'arredamento”.
TROPPI ARCHITETTI RISPETTO ALLA DOMANDA. Boeri evidenzia il nesso tra la crisi del settore e “l'altissimo, quasi sproporzionato numero degli architetti rispetto alla domanda”. Oggi “non esiste una parcella minima, una linea di demarcazione rigida, perché il mercato è diverso e il costo del lavoro cambia da città e città. È necessario impostare con i committenti un rapporto economico molta lucido in cui non bisogna mai cedere al sottoprezzo, ma allo stesso tempo non bisogna andare fuori mercato. Si tratta di un'oscillazione molto delicata, e non sempre l'Ordine è in grado di andare in supporto. La conseguenza è che il professionista si ritrova solo”.
NON PERDERE MAI IL CONTATTO CON IL PROPRIO LUOGO DI ORIGINE. “Il mondo intero – sottolinea l'archistar - è terreno di progettazione, un architetto italiano capace è molto apprezzato. Girando il mondo incontro giovani architetti italiani molto affermati e stimati in Cina come nei Paesi arabi e negli Stati Uniti”. Tuttavia “è importante non perdere mai il contatto con il proprio territorio o luogo di origine, sia esso una grande città o un paesino. E' il primo fondamentale luogo di lavoro, magari all'inizio si progettano piccole cose, ma quando si torna, con le spalle più larghe, si può prendere parte a lavori più importanti”.
Secondo l'architetto “l'architettura italiana è un bene oggi esportabile con successo, però va fatto con gli istituti di cultura, di commercio”.