Un accordo storico per la progressiva eliminazione dell’uso dei gas Hfc. E’ stato siglato lo scorso 14 ottobre da circa 150 Paesi convocati dall’Onu a Kigali, in Ruanda. L’intesa, raggiunta dopo una settimana di colloqui e una riunione che si è prolungata fino a notte tarda, sancisce l’impegno, dei paesi industrializzati prima e di quelli in via di sviluppo poi, a ridurre l’uso degli idrofluorocarburi (HFC), gas serra utilizzati in molti condizionatori d’aria, sistemi di refrigerazione, schiume e aerosol e che hanno un forte impatto sul riscaldamento globale.
"E' una grande vittoria per il clima. Noi abbiamo fatto un passo importante in vista della concretizzazione delle promesse fatte a Parigi a dicembre" nel corso della Cop21, si è rallegrato il commissario europeo al clima, Miguel Arias Canete, citato in un comunicato.
Modifica il Protocollo di Montreal
L’accordo modifica il Protocollo di Montreal che era stato firmato nel 1987 ed entrato in vigore nel 1989 per preservare lo strato di ozono. L’uso di gas Hfc era stato applicato per evitare altri gas che danneggiavano lo strato di ozono, ma ora si prova a sostituirli poiché negli ultimi anni le loro emissioni sono cresciute in modo significativo a causa della crescente richiesta di raffreddamento, specialmente nei Paesi in via di sviluppo.
Dal 2019 stop nei paesi industrializzati
L'accordo di Kigali prevede un calendario in vista di una progressiva eliminazione della produzione e del consumo degli HFC. Cominceranno nel 2019 i Paesi industrializzati, seguiti nel 2024 da oltre 100 Paesi, inclusa la Cina che avvierà in primo vero taglio nella produzione e nell'uso degli Hfc nel 2029. Un piccolo gruppo di Paesi, inclusa l'India e il Pakistan, hanno ottenuto un altro rinvio, al 2028, con un -10% nel 2032.
I risultati attesi
Il nuovo accordo dovrebbe, stando alle stime, evitare un riscaldamento di 0,5 gradi in questo secolo e tagliare di 70 miliardi di tonnellate di anidride carbonica le emissioni dal 2030 al 2050.