“Abbiamo voluto regolamentare l'utilizzo dei pannelli fotovoltaici, perché crediamo che la terra serva a produrre e la produzione energetica deve essere compatibile con quella agricola”. Lo ha detto, dopo il Consiglio dei ministri di ieri che ha approvato il Decreto-legge Agricoltura, il ministro dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, in conferenza stampa a Palazzo Chigi, con il Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin.
La norma inserita nel decreto-legge Agricoltura prevede l’introduzione del divieto di installazione di nuovi impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra e di aumento della estensione di quelli già esistenti, nelle zone classificate come agricole dai piani urbanistici, fatti salvi gli impianti finanziati nel quadro dell’attuazione del PNRR, quelli relativi a progetti di agrivoltaico e quelli da realizzare in cave, miniere, aree in concessione a Ferrovie dello Stato e ai concessionari aeroportuali, aree di rispetto della fascia autostradale, aree interne ad impianti industriali.
Nessun divieto per l'agrivoltaico
In CdM è stato raggiunto un compromesso con il Ministro Pichetto: è saltato il divieto – previsto nella bozza del provvedimento - per l'agrivoltaico, per il quale il Ministero guidato da Pichetto ha stanziato 30 milioni di euro l'anno per 20 anni, con l'obiettivo di 1,04 GW di potenza installata nel 2026.
“C'è stata grande serenità col collega dell'Ambiente Pichetto su un norma del 2021”, ha dichiarato il ministro Lollobrigida. “Dopo quattro anni poniamo fine alla installazione selvaggia di fotovoltaico a terra, ovviamente con grande pragmatismo. Abbiamo scelto di limitare ai terreni produttivi questo divieto, quindi nelle cave e nelle aree interne ad impianti industriali si potrà continuare a produrre queste agroenergie. Il tutto a salvaguardia dei piani Pnrr che non intendiamo mettere in discussione in alcun modo”, ha spiegato Lollobrigida, aggiungendo che si punta a non sottrarre all'agricoltura i terreni di pregio.