La Fiper, Federazione Italiana Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili, ha presentato oggi al Governo un documento con le proprie osservazioni sulla SEN.
La Federazione lamenta alcune carenze strutturali nella SEN prima tra tutte una valutazione strategica del patrimonio forestale italiano a fini produttivi ed energetici ed il diretto e indispensabile coinvolgimento del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali alla redazione della SEN che dovrebbe altresì contemplare contemporaneamente la messa in atto in Italia della Strategia Forestale Europea con l’obiettivo di “mobilizzazione” delle risorse legnose a fini produttivi ed energetici.
L’Italia presenta uno dei più bassi tassi di utilizzazione del patrimonio forestale d’Europa: in media si utilizza il 20% dell’incremento mentre negli altri Stati europei il tasso di utilizzazione è nell’ordine del 70-80%. Gestire correttamente la risorsa forestale costituirebbe un’opportunità per il mantenimento e la creazione di attività imprenditoriali nelle aree interne e montane specie quelle non metanizzate.
Secondo l’Inventario Forestale Nazionale si dispone sul territorio italiano di 10,5 milioni di ettari di cui il 34% è di proprietà pubblica; una risorsa su cui vale la pena investire anche e soprattutto in termini di produzione di energia.
“Tra l’altro – sottolinea Walter Righini Presidente Fiper - la mancata esecuzione degli interventi selvicolturali e delle opere connesse, è tra le cause principali dei fenomeni di dissesto e di instabilità dei versanti, oggi ancora più frequenti visti i repentini cambiamenti climatici, con conseguenti gravi problemi di sicurezza, incolumità pubblica, di tutela e mantenimento degli equilibri ecologici. Basti pensare che su 712.000 frane censite in Europa, 486.000 ricadono nel territorio italiano di cui oltre l’80% è localizzato nei territori montani”.
FIPER esprime quindi una forte preoccupazione per la mancanza all’interno della SEN di una valutazione sistemica in termini economici, ambientali e energetici della “risorsa bosco” non identificando nel “patrimonio forestale italiano”, un’altra importante fonte energetica locale rinnovabile disponibile, capace di garantire, se opportunamente valorizzato, l’autonomia energetica delle cosiddette “aree interne”, zone di estrema importanza del nostro Paese. Investire sulla gestione forestale a livello di sistema Paese, permetterebbe all’Italia di:
- garantire l’autonomia energetica a 800 Comuni non metanizzati delle aree alpine e appenniniche;
- diminuire le importazioni di legna da ardere e pellet dall’estero;
- disporre di legname d’opera pregiato per la filiera dell’arredamento;
- prevenire i rischi idrogeologici ed anche gli incendi.
BIOGAS: NEL 2016 INVESTIMENTI PARI A 76 MILIONI DI EURO CON 6.438 OCCUPATI PERMANENTI. Altro assente di eccellenza nella SEN è il settore agricolo. La filiera del biogas rappresenta un importante elemento di forza del tessuto produttivo agricolo nazionale; nel 2016 il settore biogas ha registrato investimenti pari a 76 milioni di euro con 6.438 occupati permanenti, secondo nel comparto delle fonti rinnovabili solo al fotovoltaico ed all’idroelettrico. Una peculiarità del comparto biogas è data dall’effetto moltiplicatore che si genera sul territorio a partire dall’investimento effettuato e dalla re-distribuzione del reddito.
Gli incentivi riconosciuti al comparto biogas, fanno crescere, sviluppare ed innovare il territorio rurale nazionale, garantendo una notevole ricaduta a livello economico e sociale, a differenza di altre tecnologie FER i cui incentivi sono stati corrisposti a multinazionali e fondi di investimento spesso stranieri.
“Nel caso delle bioenergie – commenta ancora Righini - è necessario “contabilizzare” in termini di Sistema Paese le esternalità positive derivanti dall’avvio e sviluppo delle filiere: dall’approvvigionamento sino all’impiego dei sottoprodotti derivanti dalla filiera energetica. Ad esempio, il biodigestato di origine agricola, sottoprodotto derivante dal biogas, viene ridistribuito sugli stessi terreni utilizzati per la produzione delle biomasse o delle colture alimentari, svolgendo un’azione fertilizzante e ammendante importantissima eliminando o riducendo, di fatto, l’impiego di fertilizzanti di sintesi. Oppure pensiamo alle ceneri pesanti degli impianti di tlr a biomassa che possono essere impiegate insieme al biodigestato agricolo per la fabbricazione di un fertilizzante specifico per le colture di pregio. L’analisi del costo-opportunità di una filiera/tecnologia rispetto a un’altra non può essere considerato esclusivamente in termini di costo/kWh”.
Per quanto riguarda i singoli comparti di produzione energetica, nel campo delle Rinnovabili Elettriche secondo la FIPER è fondamentale evitare meccanismi di sostegno che possano comportare disparità di trattamento a livello di incentivazione tra energia elettrica e termica. Per annullare la disparità di trattamento tra i produttori di energia elettrica e i produttori di energia termica da biomassa, FIPER propone di “riconoscere l’incentivo alla filiera a monte” ovvero direttamente all’impresa boschiva e/o altri operatori (consorzi forestali) che prelevano il legname e i suoi cascami attraverso un’agevolazione fiscale.
Nel segmento Rinnovabili per uso riscaldamento e raffrescamento FIPER propone di aumentare la quota di energia rinnovabile destinata al riscaldamento e al raffrescamento di almeno l’1% ogni anno, espresso in termini di quota nazionale del consumo di energia finale.
Nel comparto Teleriscaldamento si condivide l’orientamento della SEN di sviluppare il teleriscaldamento abbinato alle fonti rinnovabili considerando le specifiche condizioni climatiche e tecnico-economiche. Tuttavia il margine di sviluppo del 30% del teleriscaldamento previsto nella SEN rispetto al tasso di penetrazione attuale risulta sottostimato come anche la disponibilità teorica di biomasse presenti sul territorio nazionale.
CON 80 MILIONI TONANNO DI BIOMASSA A DISPOSIZIONE DA UNA ATTENTA E MIRATA CURA DEI BOSCHI IL TELERISCALDAMENTO PUÒ CRESCERE DEL 300%. “Nel corso della redazione da parte del GSE dello studio “Valutazione del potenziale nazionale di applicazione della CAR e del teleriscaldamento efficiente” – specifica Righini - Fiper aveva segnalato al Gestore la mancata contabilizzazione dell’incremento lordo delle foreste italiane, i cui prelievi per una corretta gestione silvicolturale corrisponderebbero a circa 71,8 milioni ton/annuo a cui si aggiungerebbe l’apporto dei sottoprodotti derivanti dalla manutenzione del verde pubblico e privato (parte legnosa) stimato in 4 milioni di ton/annuo e i 5,6 milioni di ton/annuo derivanti dalle potature agricole. Il potenziale di sviluppo del teleriscaldamento è dell’ordine di almeno il 300% “.
Sul fronte sviluppo reti TLR esistenti e posa di nuove, si evidenzia l’urgenza dell’attivazione del fondo nazionale di efficienza energetica il cui gettito derivante dalla bolletta del gas è già accantonato dall’entrata in vigore del Decreto Legislativo 8 marzo 2011. Occorre inoltre consolidare lo strumento dei Titoli di Efficienza Energetica- TEE per gli interventi di posa di nuove reti capaci di produrre significativi risparmi addizionali in termini di energia primaria e di energia fossile al fine di attirare nuovi investimenti in questo comparto.
Ed infine sulla Fiscalità FIPER ritiene che per valutare il costo-opportunità di una scelta tecnologia rispetto all’altra sia necessario verificare l’impatto che questa produce sulla bolletta elettrica e sulla fiscalità generale. La SEN dovrebbe quindi maggiormente incidere nell’indirizzare il decisore politico a orientare la fiscalità seguendo il principio «chi inquina paga» ed a mettere a punto una programmazione dei fondi europei e statali (es. FAS) indirizzando maggiormente l’allocazione del capitale a favore dell’efficienza energetica e delle rinnovabili. Le risorse che si sbloccherebbero per effetto della riforma organica della fiscalità, permetterebbero di incrementare notevolmente il fondo nazionale di efficienza energetica e di alleggerire le bollette dei contribuenti.