Il parere di...

Strategia Energetica Nazionale (SEN): 1° Panel Finco

Richiesti approfondimenti su finestrature, geotermia a bassa entalpia, efficienza energetica e bioenergie

martedì 11 luglio 2017 - Redazione Build News

Strategia-energetica-nazionale

Il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero dell’Ambiente hanno prorogato fino al 31 agosto il termine della consultazione pubblica sulla Strategia Energetica Nazionale (SEN) avviata lo scorso 12 giugno (leggi qui). La proroga è stata decisa in considerazione della rilevanza del tema e della complessità del documento in consultazione, che comprende sia diversi scenari energetici globali che vari focus su settori e misure specifiche, per dare un maggior tempo agli interessati di presentare le proprie.

In questo quadro Finco ha iniziato una serie di panel per recepire le posizioni dei diversi stakeholders in vista della predisposizione del proprio documento per la Consultazione. Di seguito i commenti emersi nell'ambito del suddetto panel dell’esperto Dott. Renato Gallo, del Dott. Alessandro Reina del Consigliere del Consiglio Nazionale dei Geologi, dell’Ing. Enrico Biele di Fire e dell’Ing. Giuseppe Tomassetti di Fiper.

Incentivi e sgravi fiscali per le pellicole
Dott. Renato Gallo – Esperto

Da sempre le finestrature in edilizia sono dei varchi da cui entra ed esce “energia preziosa”. Dalle finestre esce calore d’inverno (e genera maggior consumo di energia per riscaldare) ed entra calore d’estate (generando maggior consumo di energia per raffreddare). In Italia è ormai dato consolidato, la situazione è inversa rispetto al Nord Europa (estate corta e inverno lungo). Già in pianura Padana un edificio dedicato a uso lavorativo consuma più energia per raffrescare che per riscaldare. Per riqualificare il “foro finestra” ci sono varie soluzioni, la più drastica prevede la sostituzione complessiva di serramento e sistema vetrato, mentre la più semplice prevede l’applicazione di pellicole a controllo solare sul vetro esistente. In un sistema premiante che incentivi il risparmio energetico, non dovrebbe mancare l’attenzione ai consumi energetici estivi e - di conseguenza - riteniamo che le pellicole dovrebbero far parte dei prodotti riconosciuti tra quelli aventi diritto a incentivi o sgravi fiscali.

Considerare la geotermia a bassa entalpia
Dott. Alessandro Reina -  Consigliere del Consiglio Nazionale dei Geologi

Ci ha sorpreso molto l’assenza nell’ambito del documento SEN di una indicazione più incisiva e meno generalista in merito allo sviluppo e alla diffusione della geotermia a bassa entalpia in Italia. Certo la geotermia a bassa entalpia non è un sistema che produce energia elettrica, ma determina le condizioni di un risparmio non solo in termini economici ma soprattutto in combustibili fossili, tema di grande attenzione del documento SEN. Oltretutto molto recentemente il Consiglio Nazionale dei Geologi ha lavorato e prodotto, insieme ad altre associazioni di categoria che operano nell’ambito della Piattaforma geotermia (come ANIPA, ANIGHP, UGI ecc…), un regolamento applicativo per la geotermia a bassa entalpia (nella fattispecie con sistemi a circuito chiuso) che in data 10 maggio u.s è stato consegnato presso gli Uffici della Divisione III – DGS UNMIG  – del Ministero dello Sviluppo Economico. La domanda è come mai un sistema ad energia rinnovabile come la geotermia a bassa entalpia sia stato così ancora una volta ignorato? Certamente avremmo gradito non solo qualche sistema di incentivi più specifico, ma avevamo sperato anche nell’introduzione di meccanismi di formazione e divulgazione da offrire a tutti gli operatori del settore circa i sistemi di installazione degli impianti geotermici a bassa entalpia.

Approfondimenti su efficienza energetica
Ing. Enrico Biele - Fire

Il documento posto in consultazione dal MiSE è condivisibile negli obiettivi generali e nelle priorità individuate – rinnovabili, efficienza energetica, sicurezza del sistema, competitività del mercato, phase out del carbone, ricerca e sviluppo sulle tecnologie – ed è particolarmente utile per avviare una discussione e un confronto fra i vari stakeholder su obiettivi ambiziosi e che richiederanno azioni sinergiche fra istituzioni e operatori di mercato. La parte sull’efficienza energetica potrebbe beneficiare di qualche approfondimento aggiuntivo e di stime sugli investimenti e sul supporto previsto; bisognerebbe anche puntare ad una maggiore integrazione delle analisi e delle misure previste per l’efficienza, le fonti rinnovabili e la cogenerazione, che vengono spesso trattati come elementi separati. La FIRE proporrà e pubblicherà a breve le proprie osservazioni al documento, che tratteranno in maniera approfondita gli argomenti menzionati.

Aspetti generali delle bioenergie
Ing. Giuseppe Tomassetti – Fiper

Le biomasse con valenza energetica hanno loro caratteristiche che le differenziano dalle altre fonti rinnovabili:

  1. L’energia messa a disposizione delle biomasse è energia solare accumulata per mesi o anni e il suo utilizzo è pienamente programmabile, al contrario di sole e vento. Contrariamente alle altre fonti rinnovabili, le biomasse possono essere importate da altri Paesi.
  2. Le biomasse si generano disperse nel territorio, esse vanno raccolte e trasportate al punto di conversione. Esse richiedono organizzazione imprenditoriale del territorio con forte valenza a livello locale, sia sociale con una occupazione qualificata permanente nelle aree montane, sia ambientale con la gestione del territorio grazie al mantenimento della presenza umana. Le altre rinnovabili danno localmente solo pedaggi per l’uso degli spazi.
  3. Le biomasse sono rinnovabili solo dopo la chiusura in modo sostenibile del ciclo di accrescimento e tenendo conto dell’energia consumata nella raccolta, nel trasporto e nella lavorazione di preparazione all’uso.
  4. L’energia delle biomasse è di tipo chimico; la trasformazione nei vettori calore o elettricità comporta quindi il rischio di inquinamento dell’aria o del suolo come per tutti i combustibili.
  5. La superficie boschiva ed agraria italiana ha sue caratteristiche proprie, prima di tutte la frammentazione della proprietà, poi le forti pendenze che ostacolano la meccanizzazione.

Questi cinque diversi aspetti debbono essere considerati in maniera unitaria, pena distorsioni dannose per l’ambiente globale e per l’economia. Quando si è esteso all’elettricità da biomasse l’incentivo posizionato sul kWhe generato, è stato fatale che si scegliessero centrali di taglia di qualche decina di MW, per aver rendimenti più elevati, per queste centrali non esisteva una struttura di offerta già attiva nel territorio per cui è stato fatale ricorrere all’importazione da vari paesi, col rischio di avere produzioni non sostenibili e, in ogni caso, senza nessuna ricaduta positiva sul territorio nazionale; esse peraltro si prevede che continuino ad operare ancora a lungo(ex zuccherifici).

È corretto che la SEN preveda di non mantenere più questo tipo di incentivi, per la mancanza di prospettive di competitività. Nella logica della SEN di de-carbonizzare l’energia favorendo la competitività del Paese, gli incentivi, nel settore della promozione delle bioenergie, andrebbero posizionati a monte, sulle imprese forestali ed agricole operanti nel territorio, per favorire in prezzi, quantità e qualità, la produzione di biomasse; questo almeno finché l’Italia continuerà ad importarne. Sta poi agli operatori energetici scegliere le tecnologie e le taglie di conversione più adatte alle domande dei vari consumatori, rimediando alle discriminazioni oggi esistenti. È infine corretto che le biomasse nazionali non siano gravate da accise come le fonti fossili importate, perché non pesano sulla bilancia dei pagamenti.

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