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Studio di terremoti, vulcani e maremoti: nasce il consorzio europeo EPOS - ERIC

La sua sede sarà ospitata a Roma presso l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)

martedì 13 novembre 2018 - Redazione Build News

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Si è svolta pochi giorni fa a Roma, presso la Sala Aldo Moro del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), la cerimonia per la costituzione del consorzio europeo EPOS - ERIC (The European Plate Observing System - European Research Infrastructure Consortium), la cui sede sarà ospitata a Roma presso l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Al lancio dell’infrastruttura di ricerca europea, che si è tenuto alla presenza del Vice Ministro all’Istruzione Lorenzo Fioramonti e del Direttore Generale della Direzione Generale Ricerca e Innovazione della Commissione Europea Jean-Eric Paquet, erano presenti il Coordinatore di EPOS Massimo Cocco, il Presidente dell'INGV Carlo Doglioni e il Direttore Generale dell’INGV Maria Siclari. Hanno partecipato, inoltre, i presidenti dell’Osservatorio Geofisico Sperimentale di Trieste (OGS), del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e i rappresentanti dei Governi Europei, delle Università e delle Fondazioni partecipanti al consorzio EPOS.

“EPOS”, spiega Massimo Cocco, Dirigente dell’INGV, “nasce per facilitare l’utilizzo integrato di dati multidisciplinari di alta qualità prodotti dalle reti di monitoraggio nazionali e transnazionali, con l’obiettivo di sviluppare nuovi strumenti in grado di fornire agli studiosi della dinamica della Terra le risposte fondamentali alle domande in materia di georischi e georisorse. Attraverso l’analisi di questi dati, infatti, sarà possibile comprendere meglio il nostro Pianeta e i processi che controllano la tettonica e le dinamiche di superficie come terremoti, eruzioni vulcaniche e tsunami”.

The European Plate Observing System è il ventesimo ERIC costituito in Europa e il quinto dedicato allo studio delle scienze ambientali. Membri fondatori dell’infrastruttura sono Belgio, Danimarca, Francia, Italia, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Slovenia e Regno Unito, mentre Grecia, Islanda e Svizzera partecipano attualmente come osservatori. EPOS integra le infrastrutture di ricerca di 25 Paesi europei e fornirà i primi servizi operativi a partire dal 2020.

“EPOS è una infrastruttura di ricerca fondamentale per lo sviluppo delle Scienze della Terra in Europa e contribuirà a una maggiore collaborazione scientifica”, aggiunge il Presidente INGV Carlo Doglioni. “Dopo la decisione di avviare EPOS - ERIC, adottata dalla Commissione Europea lo scorso 30 ottobre, la cerimonia ufficiale di lancio è una nuova partenza verso la fase operativa di questa piattaforma di ricerca europea. L’Italia ha avuto un ruolo fondamentale per il conseguimento di questo risultato, coordinando le diverse fasi di progettazione e sviluppo dell’infrastruttura sin dal 2006. L’INGV ha coordinato la partecipazione italiana ed europea con il lavoro di Massimo Cocco e Carmela Freda (INGV). La fase di implementazione di EPOS rappresenta un successo e una grande opportunità di sviluppo per l’intera comunità scientifica internazionale coinvolta nell’infrastruttura”, conclude il Presidente dell’INGV.

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