“Eliminando la soglia generale del 30-40% delle opere in subappalto si fanno danni e basta, consiglierei al neo Presidente dell’Anticorruzione di approfondire meglio prima di fare questa proposta. Quella soglia fa la differenza tra un cantiere e la giungla, come ribadito da ultimo anche dal Tar Lazio, valutando coerente con i principi fondamentali dell’Unione Europea la predominanza di valori come la legalità e la sicurezza sociale anche rispetto alle norme sul subappalto”. È quanto afferma Alessandro Genovesi, segretario generale degli edili Cgil, commentando l’audizione alla Camera del Presidente Anac Giuseppe Busia (LEGGI TUTTO).
“Del resto le specificità italiane, che vedono una dimensione di impresa molto più bassa della media Ue, una tasso di corruzione secondo gli indicatori internazionali tra i più alti al mondo, la presenza di numerose organizzazioni criminali organizzate, necessitano di una attenzione particolare da parte dei legislatori nazionali rispetto alla traduzione normativa delle direttive comunitarie. Questo vale in particolare nel settore dell’edilizia e nei cantieri, come ben sa chi li frequenta. E’ proprio il subappalto – conclude Genovesi – lo strumento di riduzione delle tutele e dei diritti, di infiltrazione, di corruzione. Ci saremmo aspettati dall’Anac una riflessione su come rafforzare le forme di responsabilità in solido, come garantire i principi per cui chi vince un appalto lo deve realizzare e non può essere una scatola vuota e soprattutto come migliorare le procedure delle PP.AA. per ridurre la corruzione, aspetto cui l’Agenzia dovrebbe tenere in modo particolare, essendo la sua ragion d’essere”.
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