E’ necessario rifinanziare il Fondo speciale per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati (istituito con Legge del 9 gennaio 1989, n. 13), un capitolo alimentato fino all'anno 2000, anno in cui il ministero delle Infrastrutture ha emanato l'ultimo decreto di riparto pari a circa 10 milioni di euro. E’ questa, in sintesi, la richiesta che la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha rivolto al governo attraverso un ordine del giorno consegnato all’esecutivo durante la Conferenza Stato-Regioni dell’11 febbraio.
La norma di riferimento obbliga Comuni e Regioni a raccogliere comunque le richieste dei cittadini.
Da un'indagine effettuata dalle Regioni queste domande, nel solo periodo 2010-2015, hanno un valore complessivo nazionale di circa 450 milioni di euro. Le Regioni hanno cercato di far fronte con circa 150 milioni, ma, ovviamente, le risorse che tra difficoltà hanno messo a disposizione, non sono sufficienti a coprire un fabbisogno che negli anni si è rivelato costante. Per questi motivi secondo le Regioni è urgente istituire un tavolo di confronto, rifinanziare il Fondo e rivedere la norma stessa.
IL TESTO DELL’ORDINE DEL GIORNO
Il Fondo speciale per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati istituito con Legge 9 gennaio 1989, n. 13 è stato alimentato fino all’anno 2000, anno in cui il Ministero ha emanato l’ultimo decreto di riparto. La norma di riferimento obbliga i Comuni e le Regioni a raccogliere le richieste dei cittadini.
Le Regioni hanno avviato un percorso volto alla risoluzione delle criticità inerenti il Fondo e la norma che lo istituisce, in quanto , da un lato i Ministeri competenti non hanno più provveduto ad alimentare il Fondo fin dall’anno 2001 (l’ultima erogazione è stata effettuata nell’ottobre del 2000 per 20 Mld di Lire) e, dall'altro, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti non è intervenuto sulla norma vigente se non per abrogarla, almeno per rimuovere l'obbligo, in capo ai Comuni e alle Regioni, di raccogliere le richieste di contributo presentate dai cittadini.
Da un’indagine effettuata dalle Regioni queste domande, nel solo periodo 2010-2015, hanno un valore complessivo nazionale di circa 450 M€. Le Regioni, in questi ultimi cinque anni hanno fatto fronte con circa 150 M€, ma, ovviamente, le risorse che con grandi sacrifici e utilizzando risorse proprie le Regioni hanno messo a disposizione non sono assolutamente sufficienti a coprire un fabbisogno che negli anni si è rivelato costante.
Tale situazione, quindi, rappresenta per le Regioni e i Comuni un onere gestionale/organizzativo e finanziario non indifferente, al quale non corrisponde – in assenza dei trasferimenti statali - alcun beneficio per i cittadini. Di conseguenza questi ultimi continuano a manifestare, nei confronti dei comuni e soprattutto delle Regioni, il loro dissenso verso una misura che continua a generare aspettative nella consapevolezza che le stesse non potranno essere – allo stato attuale - corrisposte.
Per dare soluzione ai problemi sopra esposti le Regioni invitano il Governo a istituire un tavolo tecnico congiunto che possa operare su due direttrici:
- rifinanziamento del Fondo;
- revisione della norma primaria al fine di modificarne sia le procedure che i criteri di applicazione.