I fenomeni inflattivi in atto e le conseguenti difficoltà di approvvigionamento delle materie prime stanno anche impedendo il rispetto delle tempistiche dei cantieri Superbonus al 110%.
Lo ha evidenziato l'Ance (Associazione nazionale dei costruttori edili) nell'audizione informale che si è svolta ieri in videoconferenza, presso le Commissioni riunite Finanze e Industria del Senato sul DL 21/2022 recante “misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina” (DDL 2564/S).
Si tratta per lo più di interventi di riqualificazione degli edifici esistenti in ottica strutturale e sostenibile, incentivati dalla possibilità di fruire dei bonus fiscali, i cui termini di applicazione, per talune fattispecie, mal si conciliano con l’attuale situazione di emergenza generata dal “caro materiali”.
Particolari difficoltà si registrano nello specifico per quelle ipotesi per cui l’agevolazione viene riconosciuta solo fino al 30 giugno 2022, quali l’acquisto di case integralmente demolite e ricostruite in chiave antisismica, nonché gli interventi su edifici unifamiliari, i cui termini di vigenza possono arrivare al 31 dicembre 2022, solo se, al 30 giugno, sia realizzato almeno il 30% dei lavori complessivi.
A queste fattispecie si affianca anche l’esigenza di prorogare i termini di applicabilità delle detrazioni per gli IACP, tenuto conto delle tempistiche connesse alle norme che disciplinano le modalità attraverso le quali tali soggetti possono affidare la realizzazione degli interventi e che ne hanno, di fatto, impedito la reale applicazione, rendendo le procedure pubbliche selettive di cui al D.Lgs 50/2016 incompatibili con gli attuali termini.
Per non vanificare del tutto l’applicazione del Superbonus, per tutte queste misure è necessario – sottolinea l'Ance - un adeguamento dei termini di scadenza.