“Il Governo con trasparenza, coerenza e responsabilità è impegnato ad assicurare un'uscita sostenibile da misure non replicabili nelle medesime forme. La correzione delle norme sui bonus edilizi è stato l'indispensabile presupposto a tutela dei conti pubblici per il 2023, invertendo una tendenza negativa certificata oggi dall'Istat".
Così il Ministero dell'Economia e delle Finanze in merito alle ultime analisi economiche Istat ed Eurostat legate all’impatto del Superbonus 110% e dei bonus edilizi sulle casse dello Stato (LEGGI TUTTO).
“E’ assolutamente miope e fuorviante soffermarsi, come purtroppo si sta facendo da più parti, sul deficit extra 2020-2022 per circa 81 miliardi provocato dal Superbonus”, dichiara il presidente di Federcepicostruzioni, Antonio Lombardi. “Innanzitutto, è bene ricordare che l’aumento del deficit per il 2021 e per il 2022 è dovuto al fatto che l’intero disavanzo generato dal Superbonus è stato tutto spalmato su questo biennio, e non nei cinque anni come vorrebbe la logica, essendo le detrazioni quinquennali. Ma il dato saliente – continua ancora il presidente di Federcepicostruzioni – che pure incomprensibilmente sfugge ai più, e che è contenuto peraltro nelle medesime analisi, è che grazie al Superbonus il PIL è cresciuto e che, sempre grazie alle nuove entrate fiscali generate da questa misura, è diminuito l’indebitamento. Il PIL è passato da 1897 miliardi di dollari del 2020 a 2108 miliardi di dollari nel 2021. Nel 2022 ha raggiunto i 2185 miliardi di dollari, dato non ancora certificato benché l’Istat abbia già calcolato un incremento del 3,7% rispetto all’anno precedente. Ne consegue che c’è stato un aumento della ricchezza dal 2020 al 2022 di ben 288 miliardi di dollari”.
Non solo aumento della ricchezza, ma anche una diminuzione del rapporto debito pubblico/PIL tiene a ribadire Lombardi: “Il rapporto debito/PIL nello stesso periodo è sceso di oltre 5 punti, passando dal 149,8% del PIL al 144,7%. Alla luce di questi dati, è quindi evidente che il Superbonus non è affatto un costo, giacché ha prodotto ricchezza. Eppure, incomprensibilmente, ci si continua a soffermare su un deficit mal calcolato”.
Federcepicostruzioni rinnova infine l’appello affinché si risolva con sollecitudine il problema dei crediti incagliati: “I crediti fiscali incagliati ammontano ormai a 25 miliardi – conclude Lombardi – ben oltre le iniziali stime di 5 miliardi, e i 19 stimati dal ministro Giorgetti. Intervenga sollecitamente Cassa depositi e prestiti per smobilizzare i crediti e cederli poi alle banche: attendere che gli istituti di credito assorbano gli F 24, significa spingere verso la liquidazione giudiziaria almeno 1000 aziende nell’arco di pochissimi mesi”.