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Superbonus 110% e bonus edilizi, il MEF conferma il divieto di frammentazione dei crediti

Il sottosegretario di Stato per l’economia e le finanze, Federico Freni, ha risposto ieri in Commissione Finanze della Camera a una interrogazione

giovedì 15 dicembre 2022 - Redazione Build News

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Il sottosegretario di Stato per l’economia e le finanze, Federico Freni, ha risposto ieri in Commissione Finanze della Camera all'interrogazione a risposta immediata n. 5-00129 Del Barba avente ad oggetto “Chiarimenti sulla cessione dei crediti fiscali”.

Riportiamo il testo integrale della risposta del sottosegretario Freni.

“Con il documento in esame l’Onorevole interrogante fa riferimento alla situazione relativa alla cessione dei crediti fiscali e, conseguentemente, a quella connessa alle gravi difficoltà derivanti dalla incapienza dei cassetti fiscali di contribuenti, imprese, società finanziarie e istituti di credito che ha determinato un sostanziale blocco delle cessioni dei crediti. Tale blocco, infatti, configura per famiglie ed imprese un grave problema, atteso che rende impossibile per tali soggetti operare la detrazione in quanto tali crediti risultano superiori alla loro capienza fiscale.

L’Interrogante fa, poi, presente come da sempre l’Agenzia delle entrate sembri avere un orientamento contrario alle ipotesi di frazionamento dei crediti fiscali, anche se restano ampie e insolute vaghezze interpretative, soprattutto in ordine al tipo di frazionamento, anche se in prima cessione.

Ad esempio, in merito ai frazionamenti dei crediti fiscali, l’interrogante si domanda se possa apparire possibile al soggetto beneficiario detrarre la parte di credito consentito dalla propria capienza fiscale, dedicando alla cessione soltanto la parte eccedente, magari limitando le successive ulteriori cessioni nel numero o nella platea, contemplandone la possibilità soltanto nei confronti dei propri familiari, ovvero semplicemente non consentendone di ulteriori.

Più in particolare si chiede se, nell’ulteriore ipotesi di frazionamento di cessione del medesimo credito tra più soggetti terzi diversi – ovvero, a mero titolo di esempio, parte a banche, parte a società e parte a familiari – se questo tipo di frazionamento sia consentito e risulti quindi, sin d’ora, operabile da parte del beneficiario cui non resterebbe in capo alcuna parte del credito originario.

L’Onorevole interrogante conclude chiedendo « se il Governo, valutate le ipotesi illustrate in premessa, ove l’Agenzia delle entrate non ritenesse ad oggi sia possibile nell’uno, nell’altro o in ambedue i casi, la cessione frazionata del credito, non ritenga di dover intervenire onde consentirle ambedue, anche ponendo alcune delle limitazioni sopra ipotizzate, al fine di garantire la detraibilità di tali crediti e la pulizia di cassetti fiscali di contribuenti e imprese che altrimenti si troverebbero in forte difficoltà e con consistente mancanza di liquidità in un momento, come quello attuale, caratterizzato da un importante fenomeno inflattivo che ne aggraverebbe gli effetti, spesso in misura insostenibile e irreparabile».

Al riguardo, sentiti i competenti Uffici dell’Amministrazione finanziaria, si rappresenta quanto segue.

La tematica in argomento verte sulla questione relativa al depotenziamento del divieto di cessione frazionata dei crediti, introdotta dall’articolo 28 del decreto Sostegni-ter, il quale ha inserito nel corpo dell’articolo 121 del decreto-legge n. 34 del 2020 il comma 1-quater in base al quale i crediti derivanti dall’esercizio delle opzioni per lo sconto in fattura e la cessione del credito, non possono formare oggetto di cessioni parziali successivamente alla « prima comunicazione dell’opzione all’Agenzia delle entrate » effettuata con le modalità previste dal provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate del 3 febbraio 2022, prot. n. 35873.

L’Agenzia delle entrate con la faq del 19 maggio 2022 e la successiva circolare 27 maggio 2022, n. 19/E ha chiarito la portata applicativa di tale norma, specificando che: « Il divieto di cessione parziale si intende riferito all’importo delle singole rate annuali in cui è stato suddiviso il credito ceduto da ciascun soggetto titolare della detrazione; pertanto, le cessioni successive potranno avere ad oggetto (per l’intero importo) anche solo una o alcune delle rate di cui è composto il credito; le altre rate (sempre per l’intero importo) potranno essere cedute anche in momenti successivi, ovvero utilizzate in compensazione tramite modello F24 (in tale ultima eventualità, anche in modo frazionato). Invece, le singole rate non potranno essere oggetto di cessione parziale o in più soluzioni ».

Al credito ceduto è, dunque, attribuito un codice identificativo univoco – distinto per rate annuali, in modo tale che il medesimo possa essere « tracciato » – da indicare nelle comunicazioni delle eventuali successive cessioni. Tali disposizioni si applicano alle comunicazioni della prima cessione o dello sconto in fattura inviate all’Agenzia delle entrate a partire dal 1° maggio 2022.

Ne deriva che:

- in caso di (prima) comunicazione dell’opzione per la cessione, il credito può essere ceduto parzialmente solo in tale sede, mentre non può essere ulteriormente frazionato nelle successive cessioni;

- in caso di (prima) comunicazione dell’opzione per lo sconto in fattura, il credito non può essere successivamente ceduto parzialmente.

In merito, si precisa che il divieto di cessione parziale non impedisce, dopo la prima comunicazione di esercizio dell’opzione, di cedere le singole rate annuali (alle quali, come già evidenziato, è attribuito un codice identificativo univoco) di cui il credito si compone, ma solo di effettuare cessioni parziali dell’ammontare delle stesse rate annuali, inibendone quindi un loro ulteriore frazionamento.

Tale divieto non opera, invece, per i crediti derivanti dalle comunicazioni delle opzioni inviate all’Agenzia delle entrate fino al 30 aprile 2022, per i quali quindi è già possibile la cessione frazionata dei predetti crediti senza alcun vincolo di importo.”

LA REPLICA DEL DEPUTATO DEL BARBA. Nella replica il deputato Mauro Del Barba “ringrazia il sottosegretario per la chiarezza della risposta, dei cui contenuti non può tuttavia dichiararsi soddisfatto. Evidenzia infatti che la propria interrogazione non era volta a ricevere una mera illustrazione delle norme del diritto vigente, ma pone un tema politico, sul quale chiede al Governo un intervento, eventualmente anche a livello interpretativo, per superare il noto e grave problema della difficoltà di cessione dei crediti fiscali, che non può essere risolto consentendo esclusivamente la frazionabilità anno su anno”.

Secondo Del Barba “La risposta all’interrogazione induce a ritenere che la già citata dichiarazione del Ministro Giorgetti sia veramente volta a disconoscere qualsiasi responsabilità nei confronti delle famiglie e delle imprese in difficoltà. Teme addirittura che il Governo abbia l’intenzione di realizzare maggiori entrate attraverso la perdita forzata dei rimborsi fiscali che i cittadini non riusciranno a portare in compensazione”.

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