L'Associazione Bancaria Italiana (ABI) “si astiene dall'indicare o financo suggerire schemi operativi a cui le singole banche debbano conformare la propria operatività in relazione al c.d. Superbonus”.
Lo ha precisato il Direttore Generale dell'ABI, Giovanni Sabatini, nella sua risposta del 21 gennaio 2021 alla richiesta di chiarimenti avanzata dall'Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili (UNGDCEC), in merito alle segnalazioni ricevute da diversi colleghi rispetto ad azioni discriminatorie nei confronti dei commercialisti relativamente alle pratiche per il Superbonus 110% (LEGGI TUTTO).
“Si iniziano a verificare situazioni in cui alcuni Istituti di Credito, a seguito di sottoscrizione di “Convenzioni” con Società di Revisione, agiscano e insistano (per non utilizzare il termine “OBBLIGHINO”) affinché il “visto di conformità” introdotto e previsto dal comma 11 dell’art. 119 del “Decreto “Rilancio” (detrazioni fiscali per Superbonus) sia rilasciato esclusivamente da dette società”, ha denunciato la Giunta UNGDCEC.
Nella risposta, Sabatini ha aggiunto che ciascuna banca “decide in assoluta autonomia come strutturare la propria offerta in detto segmento: ciò in alcuni casi ha portato all'attivazione di apposite convenzioni con professionisti abilitati a rilasciare il visto di conformità, anche al fine di una più compiuta integrazione di tale fase nelle procedure operative della singola banca, a beneficio della speditezza e sicurezza dell'intero iter.
L'offerta delle banche, anche in tema di Superbonus, è pertanto ampia e variegata, e ciò consente ai cittadini ed alle imprese di rivolgersi all'intermediario che più soddisfa le proprie esigenze, anche in relazione alla scelta del professionista che rilascia il visto di conformità”.
Leggi anche: “Superbonus 110% e visto di conformità, la denuncia dell'Ungdcec: alcune banche escludono i professionisti”