Nonostante la fase di rallentamento dell’economia, la richiesta di ingegneri da parte del sistema produttivo continua ad essere elevata. Anche gli studi professionali di minori dimensioni, in questo momento, sono alla ricerca di ingegneri, spesso difficili da reperire. A rilevarlo è il Centro Studi CNI attraverso un approfondimento dei dati del Sistema Informativo Excelsior Unioncamere-Anpal.
Dei 76.200 lavoratori e lavoratrici operanti nelle professioni ad alta specializzazione, richiesti nei prossimi mesi, ben 18.000 riguardano i laureati in ingegneria e professioni assimilate (di cui 13.720 ingegneri). Tra le professioni ad alta specializzazione scientifica e tecnica, gli ingegneri sono in questo momento i più richiesti.
Vale la pena di sottolineare che oltre ai 18.000 laureati in ingegneria di cui il mercato avrebbe bisogno, si aggiungono, nell’ambito di chi opera con mansioni tecniche, altri 14.850 tecnici in ambito ingegneristico.
Nello specifico, si stima un fabbisogno di oltre 4.000 laureati in ingegneria civile e architettura, oltre 4.000 laureati in ingegneria elettronica e dell’informazione, 4.000 laureati in ingegneria industriale e circa 1.200 laureati in altri indirizzi di ingegneria.
Permane, tuttavia, un forte gap tra la domanda del sistema produttivo e la reperibilità di professionisti altamente specializzati. Mentre ad esempio nel 35% dei casi le imprese lamentano la difficoltà di trovare laureati nell’indirizzo economico, il livello di difficoltà sale al 53% per i laureati ingegneria. Questo significa che più della metà delle strutture che attualmente avrebbero necessità di un ingegnere non riescono a trovarlo, il più delle volte per mancanza di candidature.
Al tradizionale gap tra domanda e offerta di ingegneri industriali e dell’informazione, - afferma Armando Zambrano, Presidente CNI - dei quali molti comparti manifatturieri e terziari sembrano avere un forte bisogno, si aggiunge in questa fase una richiesta, abbastanza consistente, di ingegneri edili da parte di molti studi professionali, anche di limitate dimensioni. La progettazione con Superbonus 110% ha infatti ampliato l’orizzonte operativo di molti liberi professionisti. Sappiamo per certo che molti studi professionali in questo momento sono in stretto contatto con le Università per reclutare giovani risorse. Questo scambio e confronto tra “nuove leve” dell’ingegneria e professionisti con esperienza più consolidata rappresenta per noi un evento importante, forse senza precedenti, in grado, a nostro avviso, di far cresce in qualità l’ingegneria italiana. I Superbonus restano per noi un’occasione di sviluppo importante non solo per la nostra categoria professionale ma per l’intero Paese; essi sono l’occasione per rinnovare il patrimonio immobiliare italiano in chiave di risparmio energetico e di messa in sicurezza antisismica. Per questo auspichiamo che le norme sui bonus per l’edilizia vengano migliorate e rese più durature nel tempo.
Le proiezioni e le stime disponibili sugli andamenti del mercato del lavoro e, soprattutto, della domanda di alcune figure professionali dovrebbero stimolare un dibattito sulle ragioni profonde di situazioni, per molti versi, contrastanti. Il fatto che di oltre 14.000 ingegneri richiesti, probabilmente nei prossimi mesi ne saranno reperibili meno di 7.000, dovrebbe spingere sia le Istituzioni che governano e regolano il mercato del lavoro che gli operatori del mercato e lo stesso sistema ordinistico degli ingegneri a riflettere su alcuni fatti.
E’ probabile che almeno una parte del fenomeno di irreperibilità di ingegneri potrebbe essere attenuato se i percorsi universitari in ingegneria tenessero in maggiore considerazione i continui microaggiustamenti cui il sistema produttivo e anche il mercato in cui operano i liberi professionisti sono sottoposti. Gli Ordini professionali sono importanti ed efficaci antenne sul territorio, antenne con cui periodicamente gli Atenei potrebbero confrontarsi per orientare in modo più efficace i corsi di ingegneria.
Un secondo aspetto rilevante, che richiederebbe opportuni approfondimenti, è il livello retributivo, spesso inadeguato per figure specializzate come quelle in ambito ingegneristico, offerto dal mercato e tale da disincentivare addirittura la presentazione di una candidatura.
Le nostre analisi - afferma Giuseppe Margiotta, Presidente Centro Studi CNI – tendono a monitorare costantemente l’andamento del mercato del lavoro in cui operano gli ingegneri, collocandoli naturalmente in un contesto più ampio, che coinvolge altre professioni. Siamo coscienti di essere parte di un tutto, per cui è importante capire non solo cosa succede agli ingegneri, ma anche a molte altre figure professionali, oltre a definire uno scenario più completo del mercato del lavoro. Gli ultimi preziosi dati forniti dal Sistema informativo Excelsior evidenziano l’opportunità di un dialogo costante tra i nostri Ordini e le Università al fine di indirizzare ancora di più i corsi universitari a ciò che poi il mercato (costituito da aziende e studi professionali) richiede. Come Centro Studi vorremmo peraltro che alcune interessanti esperienze di confronto e dialogo tra federazioni regionali di Ordini degli ingegneri e Università fossero condivise da tutti gli Ordini per avviare uno scambio di idee tra sistema formativo e mercato del lavoro che riteniamo particolarmente utile.