“Necessarie regole certe e soluzioni rapide per i serissimi problemi di gestione, prima di pensare all’eventuale revisione del 110%; imprese, professionisti e società di ingegneria rischiano problemi serissimi”. Così l’OICE - l’Associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria - commenta le dichiarazioni rilasciate a Strasburgo dal Presidente Mario Draghi sul Superbonus 110% (LEGGI TUTTO).
Per Gabriele Scicolone, Presidente dell’Associazione, “si può concordare con il Presidente Draghi sul fatto che lo strumento agevolativo, pensato due anni e mezzo fa per ridare slancio al settore delle costruzioni e delle professioni, duramente colpiti dalla pandemia, e incentivare l’efficientamento energetico, oggi, in un mutato contesto, evidenzia problemi di congruità complessivi sui quali si potrà anche intervenire. Ma dal punto di vista dei progettisti, che hanno responsabilità straordinarie e senza precedenti all’interno delle attività connesse all’attuazione del Superbonus, lancio un grido di allarme forte e chiaro: occorre certezza delle regole e soluzione ai tanti problemi applicativi che stiamo incontrando e che, al di là del tema dell’aumento dei materiali, rendono critica e al limite del collasso la posizione di tutti i soggetti coinvolti.”
Per Fabio Tonelli, coordinatore del Gruppo OICE Superbonus, “oltre ai problemi di una schizofrenica normativa fatta di continue modifiche e integrazioni, evidenziamo come il tema della cessione del credito sia diventato oltremodo critico. Sono rallentate fortissimamente le procedure in corso con le banche; oggi l’espletamento di una pratica d’approvazione di cessione è passata dai 30/45 giorni medi a 90/120 giorni. Parallelamente, sono aumentati i costi medi di cessione del 30/50%. Infine ci viene segnalata la sostanziale sospensione delle attività di acquisto crediti da gran parte dei maggiori Istituti, con grande difficoltà si riesce quindi a gestire le pratiche in corso, impensabile immaginare la stipula di accordi quadro di acquisto/cessione per dare la necessaria serenità agli operatori del settore che invece devono impegnarsi contrattualmente con i propri clienti. Il governo con l'ultimo decreto è andato incontro almeno ad alcune delle richieste del mondo bancario, ma ancora oggi non si ha riscontro se sia ritenuto sufficiente o meno. È certo che se, nell'immediato futuro, gli istituti di credito, non riapriranno agli acquisti, molte imprese e professionisti e società d'ingegneria coinvolti nel Superbonus 110% andranno incontro a gravissimi se non fatali danni economici”.