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Superbonus 110%, il commento di OICE alle dichiarazioni di Draghi

“Si può concordare con il premier sul fatto che lo strumento agevolativo oggi, in un mutato contesto, evidenzia problemi di congruità complessivi sui quali si potrà anche intervenire. Ma dal punto di vista dei progettisti occorre certezza delle regole e soluzione ai tanti problemi applicativi”

giovedì 5 maggio 2022 - Redazione Build News

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“Necessarie regole certe e soluzioni rapide per i serissimi problemi di gestione, prima di pensare all’eventuale revisione del 110%; imprese, professionisti e società di ingegneria rischiano problemi serissimi”. Così l’OICE - l’Associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria - commenta le dichiarazioni rilasciate a Strasburgo dal Presidente Mario Draghi sul Superbonus 110% (LEGGI TUTTO).

Per Gabriele Scicolone, Presidente dell’Associazione, “si può concordare con il Presidente Draghi sul fatto che lo strumento agevolativo, pensato due anni e mezzo fa per ridare slancio al settore delle costruzioni e delle professioni, duramente colpiti dalla pandemia, e incentivare l’efficientamento energetico, oggi, in un mutato contesto, evidenzia problemi di congruità complessivi sui quali si potrà anche intervenire. Ma dal punto di vista dei progettisti, che hanno responsabilità straordinarie e senza precedenti all’interno delle attività connesse all’attuazione del Superbonus, lancio un grido di allarme forte e chiaro: occorre certezza delle regole e soluzione ai tanti problemi applicativi che stiamo incontrando e che, al di là del tema dell’aumento dei materiali, rendono critica e al limite del collasso la posizione di tutti i soggetti coinvolti.”

Per Fabio Tonelli, coordinatore del Gruppo OICE Superbonus, “oltre ai problemi di una schizofrenica normativa fatta di continue modifiche e integrazioni, evidenziamo come il tema della cessione del credito sia diventato oltremodo critico. Sono rallentate fortissimamente le procedure in corso con le banche; oggi l’espletamento di una pratica d’approvazione di cessione è passata dai 30/45 giorni medi a 90/120 giorni. Parallelamente, sono aumentati i costi medi di cessione del 30/50%. Infine ci viene segnalata la sostanziale sospensione delle attività di acquisto crediti da gran parte dei maggiori Istituti, con grande difficoltà si riesce quindi a gestire le pratiche in corso, impensabile immaginare la stipula di accordi quadro di acquisto/cessione per dare la necessaria serenità agli operatori del settore che invece devono impegnarsi contrattualmente con i propri clienti. Il governo con l'ultimo decreto è andato incontro almeno ad alcune delle richieste del mondo bancario, ma ancora oggi non si ha riscontro se sia ritenuto sufficiente o meno. È certo che se, nell'immediato futuro, gli istituti di credito, non riapriranno agli acquisti, molte imprese e professionisti e società d'ingegneria coinvolti nel Superbonus 110% andranno incontro a gravissimi se non fatali danni economici”.

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