“Il cosiddetto superbonus è stato introdotto quale strumento per rilanciare rapidamente le attività dell'intero comparto dell'edilizia e far ripartire i cantieri dopo la brusca frenata dovuta al lockdown; è, inoltre, importante per accelerare la transizione energetica del Paese, in vista degli obiettivi indicati anche in sede europea”.
Così il Ministro dell'Economia e delle finanze, Daniele Franco, nella sua risposta ieri al question time alla Camera all'interrogazione n. 3-02301 del deputato Gianluca Rospi, sulle iniziative di competenza volte a prorogare il superbonus 110 per cento.
“Nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il superbonus – osserva Franco - rappresenta una delle principali proposte progettuali. L'ammontare complessivo delle risorse previste, tra PNRR e Fondo complementare, è di oltre 18 miliardi di euro. La misura è finanziata fino alla fine del 2022, con estensione al giugno 2023 per le case popolari. Il Governo si è impegnato a inserire nel disegno di bilancio per il 2022 una proroga dell'ecobonus per il 2023, tenendo conto dei dati relativi alla sua applicazione nel 2021, con riguardo agli effetti finanziari, alla natura degli interventi realizzati, al conseguimento degli obiettivi di risparmio energetico e di sicurezza degli edifici”.
Franco ha inoltre ricordato che “nel Piano nazionale di ripresa e resilienza è definito l'obiettivo di ristrutturare gli edifici pubblici e privati, migliorandone l'efficienza energetica attraverso l'isolamento termico, gli impianti di riscaldamento e raffreddamento e l'autoproduzione di elettricità, nonché il monitoraggio dei consumi da parte degli utenti. L'obiettivo fissato dall'Unione europea è di raddoppiare il tasso di efficientamento degli edifici entro il 2025”.
“Mi fa piacere che il Governo stia prevedendo una proroga fino al 2023 e che siano stati anche stanziati 18 miliardi su questa misura, per l'efficientamento degli edifici”, ha replicato il deputato Rospi. “Però, forse, bisognerebbe fare anche qualcosa in più, perché sono oltre 7 mila i chiarimenti richiesti all'Agenzia delle entrate in meno di un anno. Quindi, forse, tale misura necessiterebbe anche di alcune semplificazioni, come, per esempio: eliminare o semplificare la dichiarazione di conformità urbanistica (sono diversi i mesi di tempo che le imprese aspettano per ottenere l'accesso agli atti); oppure semplificare le procedure per la cessione del credito (anche queste molto onerose, ci sono delle piattaforme che richiedono addirittura 40 documenti da inserire); oppure estendere la misura a tutti gli edifici, compresi gli alberghi, gli edifici commerciali, il terziario e anche gli edifici industriali.
Infatti, una misura che guarda alla sicurezza sismica e all'efficienza energetica non deve guardare alla tipologia degli edifici, perché, da ingegnere, le posso dire che il terremoto non guarda in faccia gli edifici; il terremoto, quando arriva, butta giù tutto: abbiamo sotto gli occhi il disastro del terremoto dell'Emilia, dove a crollare erano addirittura gli edifici industriali. Quindi, secondo me, l'estensione a tutti gli edifici è fondamentale. E poi, da ultimo, conviene capire come rendere questa misura strutturale, perché è una misura che va nella direzione che ci richiede l'Europa, che è quella di efficientare tutto il nostro patrimonio pubblico italiano, che è molto vasto; quindi, bisognerebbe pensare, per esempio, a mantenere il 110 per cento solo per le diagnostiche energetiche e sismiche e portare la misura all'80 o al 90 per cento per tutte le ristrutturazioni a valle della diagnostica.
Il superbonus rappresenta uno strumento concreto e compiuto per raggiungere gli obiettivi europei di energia e clima - l'ha detto lei, Ministro -, oltre ad essere uno strumento funzionale alla riqualificazione del patrimonio storico e costruito italiano. Per queste considerazioni, va sostenuto e implementato”, ha concluso Rospi.
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