Il Superbonus ha inciso in maniera determinante sulla crescita del PIL nazionale, incrementato l’occupazione diretta e indiretta nel settore edile e giocato un ruolo chiave nella riqualificazione ed efficientamento del vasto e datato patrimonio immobiliare italiano: è quanto emerge dalla Ricerca “L’impatto del 110% sul sistema economico nazionale, laziale e romano”, realizzata dal Cresme per Ance Roma – ACER su elaborazione di dati Enea e Istat.
Nel Lazio, in particolare, al 31 ottobre 2022 sono stati avviati 28.229 cantieri per 5,080 miliardi di euro. Dei cantieri aperti nella regione, ben il 66% si trova a Roma e provincia: soltanto in quest’area sono stati attivati 13.835 cantieri per un importo complessivo di 3,359 miliardi di euro.
«Gli incentivi fiscali attivati con il Superbonus sono certamente una importante spesa avviata dallo Stato, la scelta di operare con un valore incentivante molto alto in un tempo molto stretto ha certo determinato delle dinamiche sul mercato esasperate, allo stesso tempo però questa politica andrebbe misurata in termini di investimento pubblico e da questo punto di vista valutata. Certamente l'impatto sul settore delle costruzioni è stato importante e i dati sull'occupazione lo dimostrano, i dati dell'ISTAT ci dicono che nel primo semestre del 2022 l'occupazione diretta nelle costruzioni è cresciuta di 293.000 unità rispetto al 2019 (i servizi hanno perso 163.000 occupati); ma i più recenti dati delle Casse Edili ci portano a stimare per il 2022 una crescita di 460.000 occupati rispetto al periodo pre-pandemico del 2019. Inoltre, come la ricerca dimostra, il 22% della crescita del PIL del 2022 è dovuta al Superbonus. E ancora, una valutazione dell'impatto degli interventi del Superbonus sugli obiettivi del PNIEC ci portano a dire che in un anno si sono ottenuti livelli di risparmio energetico nel comparto residenziale pari a 2,2 volte in un anno l'obiettivo fissato dal Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima. La necessaria revisione dei livelli di incentivo andrebbe quindi sviluppata considerando costi e risultati degli interventi», commenta Lorenzo Bellicini, Direttore del Cresme. «Con il Cresme abbiamo voluto approfondire i risvolti del Superbonus e la ricerca presentata oggi evidenzia da un lato la bontà della misura per quanto riguarda le ricadute occupazionali e i benefici ambientali, dall’altro alcune ombre che richiedono sicuramente una riflessione più attenta per correggere ciò che non funziona in termini di costi per le casse dello Stato. È da qui che bisogna ripartire per mettere a sistema una misura sostenibile, che ha dimostrato la sua importanza per i ritorni fiscali e finanziari, nel breve e nel lungo periodo, e per il clima», dichiara Antonio Ciucci, Presidente di Ance Roma – ACER. «Dal 2022 a oggi il Superbonus ha spinto il PIL e creato posti di lavoro, contribuito a efficientare il patrimonio edilizio e accorciato la distanza in vista degli obiettivi europei da raggiungere entro il 2030 sul fronte decarbonizzazione. Senza dubbio, l’agevolazione ha avuto un impatto positivo sul settore costruzioni, ma soprattutto si è rivelata una spinta verso la ripresa. A confermarlo sono i dati, come dimostra l’analisi che Cresme ha fatto per la nostra associazione. Certo, dopo 18 modifiche normative, ora sarebbe opportuno rendere strutturale l’incentivo del 110% e farlo diventare una vera e propria politica di settore con determinate regole e scadenze». A dirlo Lorenzo Sette, Vicepresidente al Centro Studi di Ance Roma – ACER.
«Le nostre imprese hanno investito in questo strumento fin dall’inizio, facendo la propria parte. La misura resta valida, nonostante i costi, le difficoltà nella cessione dei crediti, i continui cambi normativi e le incertezze che si sono ripercosse negli ultimi due anni, non solo sul nostro sistema, ma anche sulle famiglie. Difficoltà appesantite dal preoccupante quanto anomalo rialzo dei prezzi, dal caro materie prime e dalla carenza di manodopera specializzata nei cantieri. Il Superbonus va reso strutturale, non cancellato. Si proceda con la modifica dei punti che non hanno funzionato limitando i costi e destinando una spesa annuale del bilancio statale alla riqualificazione energetica e sismica del patrimonio edilizio italiano». Così Benedetta Bonifati, Vicepresidente all’Edilizia Privata di Ance Roma – ACER.
IN ALLEGATO la ricerca.