È stata presentata ieri alla Camera dall’On. Ciaburro (Fratelli d’Italia) l'interrogazione a risposta scritta n. 4-09022, al Ministro della Transizione ecologica, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell’economia e delle finanze, per sapere se siano a conoscenza dei dati diffusi da ENEA sulle pratiche di accesso al Superbonus 110 per cento e quali iniziative intendano intraprendere per prorogarne la durata anche oltre il 2023, estendendone l'applicazione anche alle fattispecie escluse in via interpretativa e per effettuare una semplificazione normativa che ne permetta il più ampio accesso possibile alle famiglie facendo salvo il criterio di «costo zero» legato alla misura.
Interessanti i dati ENEA contenuti nell'interrogazione:
CIABURRO. — Al Ministro della transizione ecologica, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
come emerso dai dati diffusi dall'Enea, su un totale di circa 7.000 pratiche di accesso al «Superbonus 110 percento» presentate, 6.512 sono i lavori effettivamente avviati;
di 6.512 operazioni protocollate, il 48,8 per cento è a fine lavoro, il 17,8 per cento in fase avanzata ed il 33,3 per cento in fase iniziale dei lavori, per un valore complessivo dei cantieri avviati equivalente a 670 milioni di euro, richiedendo una copertura di circa 733 milioni di euro, per 806 milioni di euro di credito ceduto, in ogni caso ben al di sotto di quella massimale stanziata per la misura, equivalente a 18 miliardi di euro;
di tutti i lavori effettivamente avviati, più di 2.280 pratiche, oltre un terzo, sono localizzate in Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna;
su 6.512 lavori effettivamente avviati, inoltre, solo 530, l'8 per cento circa, sono stati avviati per le aree comuni dei condomini, beneficiari per cui più di tutti la normativa relativa al «Superbonus 110 per cento» mostra una pesante complessità, rendendo difficoltoso, se non impossibile, l'avvio dei lavori;
secondo un monitoraggio della misura pubblicato a mezzo stampa, il bacino potenzialmente interessato all'utilizzo della misura corrisponde a circa 10,5 milioni di famiglie, in gran parte con la richiesta di sconto in fattura, data la mancanza di liquidità dovuta alla crisi da COVID-19;
su 10,5 milioni interessate, solo il 20 per cento avrebbe avviato i lavori o deliberato gli interventi, il 25 per cento starebbe ancora verificando quale operatore è in grado di offrire un'adeguata risposta alla volontà di ristrutturazione non costosa ed invasiva, mentre il 55 per cento, pari a 5,8 milioni di famiglie, non ha ancora dato luogo ad alcuna iniziativa;
come indicato da numerosi indagini svolte dalle associazioni di categoria, buona parte dei potenziali beneficiari della misura ha assunto un approccio attendista in attesa di un pacchetto di semplificazioni della normativa che possa ridurre anche i costi procedurali – non coperti – della misura, data la generica mancanza di liquidità;
si pensi, ad esempio, a tutti i potenziali beneficiari interessati a lavori su parti comuni di edifici in comproprietà accatastati autonomamente ed altri tipi di interventi esclusi da circolari interpretative del «Superbonus 110 per cento»;
la misura trova gran parte del suo successo, al netto delle complessità normative, nella sua natura di beneficio a «costo zero» per le famiglie –:
se i Ministri interrogati siano conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative di competenza intendano intraprendere per:
a) far salvo il «Superbonus» con aliquota al 110 per cento, prorogandone la durata anche oltre il 2023, estendendone l'applicazione anche alle fattispecie escluse in via interpretativa, come anche indicato in premessa;
b) effettuare una semplificazione normativa che permetta il più ampio accesso possibile del «Superbonus 110 per cento» alle famiglie italiane facendo salvo il criterio di «costo zero» legato alla misura.
(4-09022)
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